sabato 24 agosto 2013

"Fotografare in bianco e nero" di M. Freeman

L'immortale arte della fotografia in bianco e nero, dagli albori fino all'era digitale, raccontata attraverso le opere dei grandi maestri e le immagini e le parole di un acclamato autore e fotografo della contemporaneità: Michael Freeman.

La tecnologia digitale ha reso più accessibile che mai la raffinatezza del black&white. Attraverso un'interessante analisi delle opere dei grandi maestri, nel suo libro "Fotografare in bianco e nero" Freeman spiega come tradurre il mondo del colore digitale in monocromia con risultati emozionanti e coinvolgenti.

L'autore passa in rassegna le fondamentali tecniche di post-produzione: i metodi più appropriati per controllare la conversione del colore in bianco e nero, la creazione di stampe nitide ed eleganti, la riproduzione dell'aspetto e delle atmosfere delle carte fotografiche più classiche. Svela inoltre le molte opzioni creative a disposizione della fotografia in bianco e nero: dall'introduzione di una tinta alla simulazione di un effetto d'epoca, dalla stampa di qualità artistica all'ottimizzazione dei file destinati alla pubblicazione via Internet.

Un'altra pubblicazione di spessore che, assieme a "L'occhio del fotografo" rappresenta un must sia per il professionista sia per l'amatore. Da avere assolutamente!

giovedì 22 agosto 2013

In arrivo in Occidente il nuovo libro di Murakami

Mentre non ha ancora smesso di vendere cifre da record in Giappone, l’ultimo romanzo di Haruki Murakami, "Shikisaiwo Motanai Tazaki Tsukuru to Kareno Junreino Toshi" (traducibile in italiano come "L'incolore Tsukuru Tasaki e i suoi anni di pellegrinaggio"), vedrà pronta la sua traduzione inglese per la fine del 2013, e quindi la pubblicazione nel corso del 2014.

Per l’Italia intanto non c’è ancora una data precisa, anche se Einaudi sembra sia già pronta e scattante per seguire a ruota i colleghi anglosassoni. Gli spagnoli non hanno invece perso tempo, programmando l’uscita del romanzo per il prossimo 15 ottobre...

fonte: Andrea Bressa & read more @ Panorama.it

domenica 18 agosto 2013

I 22 autori di Pordenonelegge

Ventidue grandi autori italiani e stranieri hanno scelto Pordenonelegge 2013 per presentare le loro novità: Jussi Adler-Olsen, Martin Amis, Natalino Balasso, John Banville, Adrian Bravi, Pierluigi Cappello, Sveva Casati Modignani, Antonio Caprarica, Ildefonso Falcones, Maylis De Kerangal, Claudia Durastanti, Angelo Floramo, Ibrahim Kane Annour, Yan Lianke, Diogo Mainardi, Vito Mancuso, Dina Nayeri, Aleksej Nikitin, Antonio Pascale, Arturo Perez-Reverte, Andrea Segrè, Lorenza Stroppa&Flavia Pecorari, e saranno alla 14esima edizione di Pordenonelegge - Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 18 al 22 settembre, curato da Gian Mario Villalta (direttore Artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet. Il programma è on line sul sito www.pordenononelegge.it

Con "Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra" (Einaudi) si presenterà in prima nazionale a Pordenonelegge Martin Amis, insignito dal festival del premio FriulAdria ''La storia in un romanzo'' 2013. Sabato 21 settembre (ore 18, Teatro Verdi) l'autore incontrerà il pubblico e racconterà la sua ultima fatica letteraria. Sempre per Einaudi usciranno in settembre il nuovo libro di Antonio Pascale, ''Le attenuanti sentimentali'':, al festival domenica 22 settembre e l'ultima fatica letteraria di Diogo Mainardi, scrittore e giornalista brasiliano:,''La caduta'', che sarà presentato al festival in forma di reading con letture a cura di Tiziano Scarpa. ''Il tango della vecchia guardia'' titola il nuovo romanzo dello scrittore Arturo Perez-Reverte, che entra ufficialmente nel catalogo Rizzoli e si presenta in anteprima a Pordenonelegge in dialogo con Luca Crovi. Sempre per Rizzoli uscirà anche il romanzo del poeta friulano Pierluigi Cappello, ''Questa libertà'', un itinerario della memoria che sarà raccontato con letture dell'attore Giuseppe Battiston.

fonte: AdnKronos

mercoledì 14 agosto 2013

"Il mistero della libertà" di M. Villone

Libertà. Così seducente e audace, vestita di infiniti significati, filosofici e pratici, da sempre inseguita e desiderata dall'essere umano. La storia dell’uomo spesso racconta di prevaricazioni e schiavitù, ma anche di ricerca spasmodica, a volte eclatante o profonda, dentro noi stessi. Ecco perché allora “Il mistero della libertà” - il libro pubblicato di recente di Mauro Villone, noto fotoreporter de La Stampa - più che dare risposte, suggerisce domande e riflessioni, ipotizza su quella che potrebbe essere una strada per la ricerca di una “libertà superiore”. Nella vita sociale, pratica e quotidiana, ma anche in quella interiore. Non ci sono ricette, né strade o segreti svelati: la libertà è e rimane un mistero, come lo sono la nascita, la vita e la morte. «La libertà ha però un prezzo che talvolta può essere molto alto - spiega l'autore - ma anche quando siamo schiacciati si possono trovare vie di uscita. Esiste per chiunque la possibilità di vedere le cose diversamente, in qualsiasi situazione ci si trovi, per quanto certi frangenti possano metterci con le spalle al muro. Anzi forse proprio queste situazioni sono quelle che ci permettono di tirare fuori la parte migliore di noi stessi e, quando la notte è più buia, iniziare a immaginare che sia possibile cambiare radicalmente. Ciò che abbiamo, desideriamo, crediamo o meglio ancora crediamo di credere, sono solo zavorre che ci impediscono di volare con la mente, il cuore e lo spirito. Basta iniziare a vedere le cose con un altro sguardo, per accorgersi che le strade da percorrere sono davvero infinite».

Ma il libro di cosa parla? «Si propone di sollevare questioni sopite - continua - sebbene della libertà si parli tutti i giorni. Il tema è complesso e la trattazione non è altro che una codifica delle esperienze da me vissute. Il libro è infatti un saggio che scaturisce da anni di ricerche personali e viaggi. Tale materiale è stato elaborato e sintetizzato per produrre un’analisi del tema e proporre strategie di comportamento. L’approccio razionale e analitico non esclude poi un atteggiamento spirituale di fronte agli interrogativi della vita. Il testo vuole quindi sollevare domande più che dare risposte, per questa ragione parlo di “mistero”. Parto da una lettura di quella che è la condizione dell’uomo negli ultimi 3.000 anni, dei suoi bisogni reali e fittizi e di quanto è rimasto nella nostra cultura. Studio il concetto di libertà in tutti gli aspetti della quotidianità, sia esteriore che interiore, mi avvalgo - per corroborare le mie tesi - di testi di varia natura oltre che di esperienze personali di viaggio, professionali e di volontariato, che mi hanno portato a una profonda condivisione della vita di altre persone, di emozioni, sentimenti, idee, visioni, molto vicine al significato di libertà».

Dopo l’introduzione, che cerca di coinvolgere sul piano emotivo, la prima parte del libro è un approfondimento che utilizza la scala dei bisogni di Maslow, ossia le necessità reali, spesso sommerse da quelle fittizie. «In sostanza, cerco di dimostrare come i bisogni siano pilotati da un sapiente mix di marketing, pubblicità, informazione deviata, condizionamenti sociopolitici e ideologici - continua Villone - fino ad arrivare alla quasi totale sottrazione della libertà di individui e gruppi. Ma non finisce qui. Quello che mi prefiggo di fare è infatti una decodifica dettagliata della quantità di condizionamenti che ci impediscono di vivere, anche sul piano strettamente umano e interiore. Sottolineo poi come i punti davvero cruciali della vita siano in fin dei conti solo la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte: le vere rese dei conti, quelle che ci mettono di fronte, ci piaccia o no, al cambiamento, i momenti nei quali è possibile trovarsi faccia a faccia con il proprio “io”. Passo quindi a suggerire delle strategie di comportamento utili a liberarsi dalla schiavitù e a continuare il cammino verso la libertà, vista più come un percorso senza fine che come uno status definitivo. Infine pongo l’accento sulla bellezza che ognuno di noi ha il diritto di percepire, sentire e fare propria. Una bellezza legata anche agli occhi di chi guarda, oltre che ai soggetti guardati, una visione profondamente positiva della vita, necessaria per imparare ad amarsi, senza condizioni. L’atteggiamento più corretto è forse un ringraziamento profondo. Nonostante tutto, sia il mondo che la vita sono splendidi: salvaguardarli, fermandosi una attimo a goderne, potrebbe essere il vero segreto della libertà».
fonte: Paola Malcotti - l'Adige di martedì 13 agosto 2013

I primi 100 anni del Pulitzer

100 anni fa Joseph Pulitzer certificava nel suo testamento la precedente donazione di 1 milione di dollari alla Columbia University per la creazione di una scuola di giornalismo e di un premio, il "Pulitzer", conferito per la prima volta nel 1917 a Herbert Bayard Swope e J.J. Jusserand.

Da allora l'onorificenza per il giornalismo e la letteratura è gestita dall'università di New York. Nel 2008 il premio è andato a Bob Dylan, nel 2010 per la prima volta a un sito internet, Propublica.org .

fonte: Ansa

lunedì 12 agosto 2013

"L'arte di cucinare desideri" di E. Bauermeister

La magia di un ristorante. Un ingrediente misterioso. Il segreto per tornare a sorridere. L'aria profuma dell'aroma inconfondibile delle spezie inebrianti, del cioccolato intenso, del pane appena sfornato.
Il ristorante di Lillian è un luogo speciale. Un luogo in cui tornare a sorridere e guardare al futuro con occhi diversi. Nella sua cucina la protagonista non prepara solo piatti prelibati, ma li arricchisce con un ingrediente segreto in grado di scacciare la malinconia e dare voce alle emozioni più profonde.
Un ingrediente che conosce fin da bambina perché l'ha aiutata a ritrovare l'affetto di sua madre. Intorno a lei, gli allievi della sua scuola di cucina e i suoi aiutanti ricercano quella stessa magia per dare una svolta alle loro vite.

Dopo il grande successo  internazionale che ha scalato le classifiche italiane del libro la "La casa dei destini intrecciati", l'insegnante di letteratura - Erica Bauermeister - torna nella cucina del ristorante della "Scuola degli ingredienti segreti" di Lillian: un luogo speciale, dove lei conosce il modo per curare tante anime con le sue ricette.

"L'arte di cucinare desideri" è una storia intensa, che ancora una volta va dritta al cuore. Ma soprattutto è quel libro che ti capita, per caso o per coincidenza, tra le mani - proprio quando hai bisogno di perderti tra le sue pagine. Come due anime che si stanno cercando. Senza saperlo...

domenica 11 agosto 2013

Strafalcioni, gaffe e strane domande dei clienti ai librai

Forse a qualcuno è capitato, girando tra gli scaffali di una libreria, di ascoltare qualche conversazione tra librai e clienti non proprio nel loro ambiente naturale. Più spesso di quanto si creda questo genere di dialoghi assumono risvolti davvero comici. Anzi, forse quasi tragicomici, se ci si mette nei panni del venditore di libri o se semplicemente si ha un po’ di familiarità con la letteratura.
Nel libro di Stefano Amato intitolato, in modo eloquente, "Avete il gabbiano Jonathan Listerine?" (Editrice Bibliografica), si trova un’esilarante raccolta di richieste assurde, equivoci linguistici e strafalcioni, come per esempio:
"Scusi c'è un errore. Mi hanno regalato il nuovo della Rowling, ma siccome non c'è Harry Potter vorrei cambiarlo."

Oppure scambi come i seguenti:

Cliente: “Avete libri sullo yogurt?”
Libraio: “Ha guardato fra i libri di cucina? Lì dovrebbe esserci qualcosa.”
Cliente: “Che c’entrano i libri di cucina, scusi?”
Libraio: “Intendeva ‘yoga’, giusto?”
Cliente: “Perché io che ho detto?”

Cliente: “Mi consiglia un libro per una ragazza bloccata in casa con la gamba ingessata? Dev’essere bello lungo, però.”
Libraio: “Ok. Ha in mente un genere?”
Cliente: “No, so solo che lo vuole molto lungo. Almeno novanta pagine, tipo”...


fonte & read more @ Andrea Bressa Panorama.it

mercoledì 7 agosto 2013

"Benedetto tra le spie", Paloscia racconta una Vatileaks del 1900

Una Vatileaks agli inizi del Ventesimo secolo. Il 23 maggio 1915 l'Italia entra nel mattatoio della Prima guerra mondiale, un'informativa avverte il Viminale che la Capitale è la sede centrale dello spionaggio austro-ungarico. Mentre papa Benedetto XV protesta contro 'l'inutile strage', il suo cameriere segreto, monsignor Rudolph Gerlach, dirige dal Vaticano una potente rete di spionaggio al servizio dei Paesi in guerra contro l'Italia. Per la sua posizione, è in grado di carpire i più importanti segreti militari italiani.

''Racconto una delle più grandi spie del 1900: monsignor Rudolph Gerlach, cameriere segreto di Benedetto XV. Approfittando dell'affetto del Papa, passò informazioni ai servizi di intelligence austrici e tedechi'', spiega all'Adnkronos Annibale Paloscia, presentando il suo libro 'Benedetto tra le spie. 1914: l'anno fatale della Grande Guerra' (Mursia, pp. 205, euro 16). Il libro apparve per la prima volta nel 2007, stampato da editori Riuniti. La nuova edizione corretta e aggiornata, pubblicata ora da Mursia, racconta una storia avvincente e ancora sconosciuta sulle trame contro l'Italia.

''Per Benedetto XV e Papa Ratzinger c'è un cameriere che tradisce i segreti papali'', sottolinea l'autore. ''Gerlach era il prediletto del Papa -fa notare- un giovane barone figlio di famiglia nobiliare austriaca. Nella corte del Papa aveva i suoi canali, tutto passava per lui. Sulla stampa americana e francese, il monsignore compare come artefice dei sabotaggi con cui furono affondate le due piu' grandi corazzate italane''. Quando l'intrigo sarà scoperto, il monsignore sarà fatto fuggire e riceverà trionfali accoglienze alle corti tedesca e austriaca.

fonte: AdnKronos

domenica 4 agosto 2013

Giovani e disoccupati i volontari del Festivaletteratura di Mantova

Gli organizzatori del Festivaletteratura di Mantova, in programma dal 4 all’8 settembre, sono stati travolti da una valanga di richieste da parte di persone desiderose di entrare a far parte della squadra dei volontari, vera e propria spina dorsale su cui si regge la rassegna letteraria. 1200 in tutto, provenienti da tutta Italia e del resto d’Europa.

“Un record assoluto in diciassette anni di Festival – spiega Alessandro Della Casa, responsabile della gestione dei volontari –, credo anche a livello nazionale. Abbiamo ricontato più volte le schede per esserne certi. Purtroppo possiamo accettarme soltanto 650, massimo 700. Sarà doloroso dire no a tutti gli altri, ma non possiamo fare altrimenti”.

Negli anni scorsi il numero delle domande non ha mai varcato la soglia delle 900. Ma quest’anno cosa è successo? Una spiegazione prova a darla Luca Nicolini, presidente del comitato organizzatore del Festivaletteratura: “Crediamo che l’impennata di richieste sia legata all’aumento delle persone disoccupate. Soprattutto giovani tra i 25 e i 35 anni, molto presenti fra le magliette blu (così sono chiamati i volontari del Festival, dal colore della polo di riconoscimento che indossano, ndr)”. A questo si aggiunge un altro fattore: “Fare il volontario qui – prosegue Nicolini – fa curriculum e, in alcuni casi, è tenuto in considerazione perché visto dalle aziende come un percorso di formazione”. Le magliette blu, infatti, fanno proprio di tutto: biglietteria, logistica, trasporto di materiale, accompagnamento degli autori, gestione della mensa, giornalisti e fotografi per la estemporanea redazione che aggiorna on line la rassegna stampa. E le aziende vedono questa capacità di adattarsi a svolgere diverse mansioni come una dote positiva. I criteri con cui i volontari sono scelti non sono meritocratici, per cui un ‘no’ non equivale a una bocciatura definitiva, e l’anno prossimo si può ritentare.

“Ogni anno – spiega Della Casa – cerchiamo di garantire un 30% di nuovi ingressi, mentre per la provenienza territoriale facciamo in modo che due terzi siano mantovani. Del terzo rimanente...

fonte & read more @ Terza Pagina de il Fatto Quotidiano

giovedì 1 agosto 2013

Fahrenheit 451

“Fahrenheit 451” è ambientato in un futuro indefinito, ed è la storia di Guy Montag, pompiere di professione. Nel futuro descritto da Ray Bradbury però, i pompieri non sono quelli che spengono gli incendi, ma coloro che li appiccano, incendiando i libri.
I pompieri di “Fahrenheit 451” hanno infatti il compito di incendiare tutti i libri rimasti negli Stati Uniti, perché questi sono stati dichiarati illegali. Uno strano autoritarismo silenzioso tiene sotto controllo le normali attività, e la televisione viene dichiarato l’unico mezzo di comunicazione attraverso il quale è possibile ricevere notizie.
Una sera, tornando a casa dal lavoro, Guy incontra Clarisse, una ragazzina che vive vicino casa sua. Clarisse è un personaggio un po’ bizzarro, una tipa strana, incline alla farneticazione. Ciò nonostante Guy ne rimane affascinato e prova istintivamente simpatia per i suoi discorsi stralunati.
Così come Clarisse sembra arrivata dal nulla, allo stesso modo svanisce dalla vita del pompiere, non prima però di aver insidiato in Guy lo strano desiderio di infrangere le regole, proprio come faceva la sua strampalata amica.
Da questo momento in poi Guy sarà assalito da una serie di dubbi e riflessioni, che gli offriranno una visione molto diversa della realtà che crede di vivere e che lo spingerà ad agire come mai avrebbe immaginato.

La fantascienza di “Fahrenheit 451” è estremamente visionaria, e se si considera che il libro fu pubblicato negli anni cinquanta, appare molto all’avanguardia per i suoi tempi.
La scrittura è serrata e coinvolgente, i fatti si svolgono nel giro di poche settimane e Bradbury riesce a tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultimo, nonostante in alcuni casi l’azione sia interrotta da lunghi discorsi che spiegano il funzionamento dell’immaginaria società in cui è ambientato il romanzo.