martedì 28 febbraio 2012

Una chitarra, un'armonica...


Reduce da due dischi di alta qualità e da collaborazioni internazionali di tutto rispetto, ecco apparire sulla scena italiana il primo lavoro da solista dell’armonicista che ci invidia mezza Europa e, come qualcuno potrebbe giustamente suggerire, anche qualche cittadino d’oltre oceano. Marco Pandolfi, definito come «uno degli armonicisti più talentuosi dei nostri giorni» dalla Colorado blues society, è di fatto pronto ad annunciare l’uscita ufficiale di questo “pargolo musicale” che, ne sono certo, amerete come un figlio.

«Ho preso una chitarra, un'armonica e ho suonato qualcosa», è così che Marco commenta il suo ‘Close the bottle when you’re done’. Semplice, onesto, spontaneo. Tutto questo fa parte della sua personalità e, naturalmente, della sua musica, ma passiamo subito all’ascolto.

La prima cosa che balza all’orecchio sono sicuramente le tonalità più rilassate, sobrie e classicheggianti, rispetto a quelle dei lavori precedentemente marcati “Jacknives”. «Atipico», dice Marco. «Diverso», diciamo noi. Scelte sonore decisamente “old style” e, del resto, possiamo dire di ritrovare ancora una volta lo stesso identico ragazzo che Dave Wright, conduttore della WEFT radio di Illinois, consigliava agli ascoltatori del suo programma. Qualche vecchio classico, come “Keep it to yourself” o “You upset my mind”, recuperato dagli antri della memoria e sei inediti firmati M. Pandolfi. Tracce nuove e una vecchia conoscenza. “Too many ways”, pezzo che nel 2006 concedeva il proprio nome al CD omonimo, disco che la Blues foundation avrebbe poi nominato nella categoria “Best self produced cd of the year”.

Marco, che prossimamente vedremo anche al ‘Simi Valley Cajun & Blues Festival’ in compagnia di personaggi del calibro di James Cotton, parla così: «La mia definizione di atipico è riferita al fatto che un cd così potrebbe suonare strano a chi si aspetta un disco "da armonicista" o, comunque, in linea con i miei lavori precedenti con i Jacknives. Lo spirito non cambia molto, solo che qui suono da solo o sono accompagnato da Federico Patarnello alla batteria. Avevo già fatto delle cose da solo, ma l'idea del cd è nata quando l'associazione MOJO STATION di Roma mi ha scelto per rappresentare l'Italia all'International Blues Challenge di Memphis nel 2011.»
Curiosi? Undici brani di puro blues per gli amanti del genere. Che dire ancora? Visitate il sito www.marcopandolfi.com

by Dominik Balažka

Nel calendario svedese, il 30 febbraio


Il calendario svedese, in uso dal 1º marzo 1700 al 30 febbraio 1712 (dall'11 marzo 1700 all'11 marzo 1712 secondo il calendario gregoriano), fu un equivalente del calendario giuliano, ma con uno scostamento di un giorno in anticipo.

Nel novembre 1699 il re Carlo XII decise che la Svezia avrebbe abbandonato il calendario giuliano per passare a quello gregoriano, che allora era in anticipo di 10giorni su quello giuliano (oggi di 13).

Per recuperare questi 10 giorni, si decise di eliminare tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740. In questo modo si sarebbe recuperato un giorno ogni 4 anni; dal 1º marzo 1740 il calendario svedese avrebbe coinciso con quello gregoriano. (Secondo altre fonti, si sarebbe invece eliminato un giorno da tutti gli anni dal 1700 al 1710).

Quindi venne eliminato il 29 febbraio 1700; ma negli anni successivi si dimenticò di applicare il piano, anche perché Carlo XII era impegnato nella guerra con la Russia. Così sia il 1704 che il 1708 furono bisestili: in questo modo il calendario svedese era in anticipo costante di un giorno dal calendario giuliano, e in ritardo di 10 da quello gregoriano (la differenza tra questi era infatti diventata nel frattempo di 11 giorni).

Nel gennaio 1711, Carlo XII decise quindi che la Svezia avrebbe abbandonato il suo calendario, che non era utilizzato da nessuna altra nazione e non aveva raggiunto il suo obiettivo, per tornare al calendario giuliano. Per recuperare il giorno saltato nel 1700 si stabilì quindi che nel 1712 venisse aggiunto a febbraio un secondo giorno, oltre a quello dovuto perché quell'anno era bisestile. Così, nel calendario svedese del 1712, febbraio ebbe 30 giorni.

La Svezia passò infine definitivamente al calendario gregoriano nel 1753, saltando i giorni dal 18 al 28 febbraio. Nonostante ciò, la Svezia non accettò la regola gregoriana per il calcolo della Pasqua fino al 1844, continuando a seguire quella giuliana.
fonte: Wikipedia

Il mondo che legge...

La generosità degli autori verso i propri lettori si manifesta in molti modi. Generosa è la documentata ricostruzione dell’amata Barcellona modernista che fa da sfondo al best seller spagnolo il Colore della memoria di Care Santos. Tale è il thriller mozzafiato di Riccardo Perissich. Dopo un decennio di alti uffici all’Unione Europea, Perissich ha scritto un romanzo che ha un solo scopo: divertire chi lo legge, come lui si diverte a leggere i maestri del genere. E vi stupirà sentire il sapore della migliore tradizione anglosassone mescolato con un protagonista particolarmente riuscito, profondamente radicato nel nostro Paese.
Generoso Tiberio Timperi, che avendo subìto un torto dalla vita spende il suo nome e le sue energie in un romanzo che dà voce ai padri separati e troppo spesso bistrattati da una legge sul divorzio datata e mammista.
Gherardo Colombo da quando ha lasciato la magistratura per cercare di incidere sullo scarso rispetto delle regole degli italiani e spiegare ogni giorno in una scuola diversa del Paese come tutti alla fi ne ci guadagniamo se le regole si rispettano dedica il poco tempo libero a curare e scrivere libri per completare questa missione che si è dato.
E Umberto Veronesi, che da quando ha cominciato la sua vita di medico e di scienziato non si è più fermato, ci regala un Sampietrino sulla Longevità, perché sa quanto sia importante per tutti svecchiare questo concetto.

Attraverso un romanzo è possibile vivere la vita del protagonista mettendosi dietro i suoi occhi. Nel protagonista c’è sempre un po’ dell’autore e quando è riuscito c’è anche un po’ di noi. Certe caratteristiche magari l’autore le prende in prestito da un suo conoscente o dalla letteratura che l’ha preceduto. Ma quando il racconto è intimo non può che attingerle dalla sua mente. Il romanzo di Massimo Gramellini, in uscita il primo marzo, in questo senso è straordinariamente generoso. Scrivendolo gli sono tornate in mente cose che aveva dimenticato, sepolte chissà dove nella sua memoria. Ha davvero fatto ogni sforzo per tirare fuori il sé più autentico. Si percepisce il lavoro di scavo per restituire il senso della vita agli altri. Non a caso negli ultimi giorni di stesura era ormai preda di una febbre alta. E lo ha scritto come solo lui sa farlo. Con profondità e leggerezza, con durezza e sensibilità, con oggettività e partecipazione. Il ragazzo protagonista del romanzo vive di vita propria fino a un colpo di scena che lascia senza respiro e rompe il muro di vetro tra l’autore, il personaggio pubblico, l’opera e il lettore. Tutti libri scritti con l’urgenza di dire qualcosa agli altri. Troviamo qui due autori inizialmente autopubblicati: Ricomincio da te dello spagnolo Eloy Moreno e Switched della ormai famosa Amanda Hocking, la regina dei selfpublished di marca USA. Aveva cominciato così anche il nostro Marco Buticchi,
oggi autore da un milione di copie. Benvenuti nella comunità del libro e tantissimi auguri di meritato successo.

fonte: Stefano Mauri - Il Libraio

lunedì 27 febbraio 2012

Oscar per i libri volanti...

Cortometraggio da Oscar: "The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore"
ha vinto la statuetta come miglior cortometraggio di animazione...

La mia recensione a "Il legno storto" di E. Gasperi


E' dedicato ai settemila bambini torturati e giustiziati dall'Inquisizione in tutta Europa “Il legno storto”, l'ultima fatica editoriale di Enrico Gasperi, manager finanziario trentino con la passione per la penna e la musica, pubblicata in novembre con Curcu&Genovese nella collana “narrativa” (454 pagine, € 18).
Un romanzo ponderoso, senza illustrazioni, che va ad aggiungersi alle tante voci di condanna di quel tremendo braccio operativo della Chiesa che, nel Medioevo, toccò anche le genti del Trentino. Pragmatismo e razionalità, stregoneria ed ingiustizia, pozioni miracolose ed erbe con strani poteri, magia e illusione, il singolare incantesimo del legno storto, un mistero conservato nel remoto monastero della Madonna di Campiglio, e poi donne che credono di fare, di sapere, di vedere, amore e morte, sogni e viaggi in mondi sconosciuti, un monaco dagli occhi di ghiaccio e uno dalla coscienza in tempesta, una fortunata monetina: sono questi gli ingredienti di una storia nostrana, popolata di colpi di scena e coronata da un finale degno dei migliori gialli del panorama editoriale internazionale.

Nel romanzo, ambientato nel 1517 dentro e fuori la Val Rendena, più trame si intrecciano in un avvicendarsi continuo, ininterrotto e pieno di suspance: si passa dalla brutalità laica degli sgherri alla perfidia clericale degli inquisitori, dalla semplicità del mondo contadino, sempre uguale a se stesso, con le occupazioni ritmate dalla necessità della vita e dalle stagioni, all'attività frenetica del porto e dei mercanti di Venezia. Vi si respira l'aria frizzante dell'alta montagna della Val Rendena insieme al tanfo delle carceri negli interrati del maniero di Stenico; si gode la gioia di un'alba luminosa e si patiscono le tenebre di notti portatrici di malanni; si ascolta il soffiare del vento che accompagna il lettore durante tutta la storia come un trait d' union tra gli episodi e che dà voce ad umori e sentimenti dei protagonisti.

Un ruolo importante è dato dal paesaggio, palcoscenico delle vicende e della vita dei personaggi entro il quale Gasperi li fa muovere. Vi si racconta la miseria, la grandezza e le debolezze dell'essere umano: poveri e ricchi, uomini e donne, laici e religiosi, militari e preti, contadini e artigiani, mercanti e navigatori, bianchi e neri, cattolici e musulmani. Molti i temi affrontati: dall'integrazione razziale, alla parità tra i sessi e l'omosessualità, dall'amore alla bestialità creata dalla paura, dalla cattiveria all'invidia.
In capo a ciascuno dei 13 capitoli una frase illuminante: sono parole di anonimi o di autori classici e moderni, verbali di processi, aforismi, massime, pensieri, intuizioni, proverbi tradizionali, considerazioni, annotazioni, insegnamenti, deduzioni. Ed interrogativi.

Molta attenzione è data alla storia e alla sua veridicità. Anche se il romanzo ha una trama fantastica, capitoli di cruda realtà e di triste storia si intrecciano tra le pagine con abile fluidità: per quanto riguarda i processi inquisitori quasi nulla è stato purtroppo inventato. Anzi, gran parte del materiale si rifà ad atti di processi tenutisi in Trentino Alto Adige durante Medioevo e Rinascimento: dal procedimento di tortura, agghiacciante, contro l'undicenne Katharina Schmidlin di Lucerna, a episodi tratti da altri processi noti, come quelli contro Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, Galileo, e ad alcuni passaggi che hanno visto protagonisti il lugubre gesuita Martin Del Rio e i tristemente conosciuti frati domenicani Nicolas Eymerich e Tomàs de Torquemada. Personaggi che, a differenza dei settemila bambini cui il libro è dedicato, la Storia non ha mai dimenticato.

fonte: Paola Malcotti (me) - L'Adige di oggi, lunedì 27 febbraio 2012

domenica 26 febbraio 2012

30 anni fa la rivoluzione musicale...


Il 26 febbraio 1982 Mario Volanti, musicista, compositore e DJ a fronte di un panorama radiofonico caratterizzato da una programmazione musicale essenzialmente straniera, inaugura una radio di sola musica italiana: Radio Italia, la prima emittente radiofonica FM nazionale privata ad utilizzare un format di sola musica italiana. Nonostante il capitale esiguo e l'idea controcorrente, incontra il favore del pubblico rivoluzionandone il gusto e le scelte di mercato. Cinque anni dopo la radio copre il territorio nazionale e nel 1990conquista il primato di ascolti rilevato da Audiradio diventando la radio commerciale più ascoltata d'Italia.

L'espansione satellitare attuata dal 1996 permette l'illuminazione dapprima dell'intera Europa, poi del Nord America e del Sud America.
Il 1996 è anche l'anno dell'acquisizione di Radio 105 Classic, temporaneamente ridenominata Rete Italia e successivamente inglobata da Radio Italia che nel 2000 passa da syndication a network.
Il lavoro di promozione e sostegno della musica italiana riconosciuto dagli artisti, musicisti e discografici per i quali diventa un importante punto di riferimento, raccoglie consensi tra le comunità di italiani all'estero, raggiunti anche grazie allo streaming via internet.
Nel 2009 il personale dell'emittente è costituito da circa centocinquanta professionisti tra dipendenti e collaboratori.

Casca il mondo, casca la terra


Due sconosciute davanti a una vetrina di via Condotti. Basta uno sguardo perché un anno intero scorra nella mente di Vittoria. E come a un animale in pericolo, l’istinto le suggerisce un passo che solo una persona tenace come lei può osare. In un attimo ha deciso: la splendida donna che le sta accanto, Laura, anzi, Lalli, come la chiamava suo marito Alberto nei suoi teneri sms, deve diventarle amica. Avvicinarla con l’inganno, inventandosi una falsa identità, sarà la sua rivincita di moglie ferita, la chiave d’accesso alla verità su quel tradimento. E un modo per riaffermare la sovranità sul suo regno, di cui è sempre stata regina. Nessuno può toglierle ciò per cui ha lottato sin da ragazzina: un marito ricco, i suoi due meravigliosi figli, Eleonora e Matteo, baciati dalla fortuna e protetti da ogni male. E soprattutto la posizione che ha conquistato fuggendo da Squinzano, il paesino pugliese in cui è nata, e cancellando con un colpo di spugna il mondo di miserie dove è cresciuta. Ma questa volta non tutto andrà secondo i suoi piani. Sarà, infatti, proprio Laura, inconsapevolmente, a disegnare sul volto di Vittoria tratti del tutto nuovi e inaspettati, perché c’è un dolore più grande del tradimento, un dolore che può stravolgere un’intera esistenza.

Eppure la donna a cui Catena Fiorello ha dato vita in questo nel nuovo romanzo "Casca il mondo, casca la terra" troverà la forza di distruggere le sue certezze e di guardare oltre l’apparenza. Proprio lei, paladina delle apparenze, scoprirà infatti che per sentirsi viva non ha più bisogno di odiare. E che il mondo può cascare ma rialzarsi è possibile, attingendo a quella parte autentica di sé che solo le persone vere – come Vittoria è – hanno il coraggio di riconoscere...

sabato 25 febbraio 2012

L'81% di noi ha scritto un libro (o pensa di avere un libro dentro di sé...)


Aiuto. Secondo il New York Times, l’81% di noi ha scritto un libro o pensa di avere un libro dentro di sé, da rivelare al mondo prima o poi. Ottantuno-per-cento. Una massa che ora può scegliere fra il calvario dell’editoria tradizionale (manda il dattiloscritto, sollecita una risposta, cerca un agente, accumula frustrazione) e la scorciatoia di quella elettronica (pubblica con un clic, pubblica gratis, nessuno ti legge, accumula frustrazione). Niente di strano quindi che qualcuno, Ewan Morrison sul Guardian, ipotizzi l’imminenza di una bolla dell’editoria fai-da-te, devastante come la bolla immobiliare, la bolla creditizia, e tante altre recenti disgrazie.

La differenza è che chi scrive e poi e-pubblica spende soltanto il proprio tempo. L’altra differenza è che, mentre la ricchezza finanziaria virtuale è infinita, non è gonfiabile all’infinito la disponibilità di tempo, ancora lui, da parte dei potenziali lettori. E ciò nonostante i prezzi calino (quasi metà degli e-book su Amazon inglese costa meno di tre sterline).

Ma che cosa e-leggono gratuitamente gli inglesi? In testa alla classifica del Kindle, cioè di Amazon, un suspence mistery di tale Paul Pilkington, un paranormal romance di Z.L.Arkadie, e via rabbrividendo. E che cosa leggono gratuitamente invece gli inglesi utenti di biblioteche? L’ultima classifica, che copre fino all’estate del 2011, vede in testa gialli, thriller e altri romanzi di genere.
Non c’è neppure un titolo di non fiction nei primi cento posti. Il libro più prestato è stato The Lost Symbol di Dan Brown, ma l’autore di gran lunga più popolare è quella fabbrica di bestseller che risponde al nome di James Patterson, con 17 titoli fra i top cento. Nelle librerie invece il più venduto è adesso Before I Go To Sleep di S J Watson, neurothriller su una donna che ogni mattina si sveglia senza memoria, e che deve ricostruire un passato misterioso. Ne parlammo in questa rubrica l’estate scorsa, ora Piemme lo traduce come Non ti addormentare.

fonte: Giovanna Zucconi - Tuttolibri de La Stampa di sabato 11 febbraio

Haiku di primavera...

Che ci sia la luna
sul sentiero notturno
di chi porta fiori.


haiku di Takarai Kikaku


venerdì 24 febbraio 2012

Dalla biblioteca virtuale, 4.000 libri da poter tenere sempre...

Ti colleghi al portale, prendi in prestito il libro, poi lo puoi tenere per sempre. Un prestito illimitato, quasi una contraddizione in termini, possibile però nel nuovo universo dell’editoria digitale. Perché se la prima ragione pratica per cui è essenziale restituire un libro è che la biblioteca ne possiede solo una o alcune copie e quindi bisogna rimetterlo a disposizione degli altri lettori, questo non vale se il volume è un file. Dunque duplicabile, idealmente disponibile per tutti.

A partire da questo principio BookRepublic, piattaforma per i libri elettronici, e Medialibrary, network per il prestito digitale cui aderiscono 2.300 biblioteche italiane, hanno messo a punto un sistema per avere gli ebook dalla biblioteca e tenerli per un tempo illimitato.

Già Medialibrary consente il prestito degli ebook dei principali editori per un tempo di 14 giorni. Il procedimento si basa sulla protezione con il Drm di Adobe, mediante la quale il libro scompare dal dispositivo dell’utente quando il prestito è scaduto.

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Chi troppo vuole, nulla stringe... ed a rimetterci sono i lettori


Amazon ha rimosso oltre 4.000 libri digitali dalla sua lista: una mossa definita necessaria visto il tentativo fallito di vendere i titoli a un prezzo più basso, ma anche un'azione che potrebbe avere ripercussioni sul mercato degli eBook.
Amazon si trova sotto pressione da parte di Wall Street per migliorare i suoi punti deboli e si è impegnata a mettere i libri in catalogo al prezzo più basso possibile in modo da conservare il predominio dei suoi dispositivi Kindle.

Golia insomma sta soffrendo, ma "chi è causa del suo mal, pianga se stesso". La querelle che sta coinvolgendo, loro malgrado, il colosso di Seattle e la IPG, associazione che riunisce numerosi editori indipendenti, nasconde infatti un problema ben più grave che la sospensione della vendita di 4000 eBook.

Urge fare il punto della situazione: Amazon sta rinegoziando i contratti con i propri “fornitori” (leggasi, case editrici), in un'ottica di riduzione del prezzo medio e dell’incremento del margine di ricavo. IPG è un gruppo di editori indipendenti alleatisi per cercare di spuntare un prezzo migliore sulle opere dei propri autori.

Amazon ha cercato di imporre un’ulteriore erosione dei margini di ricavo degli editori, che hanno risposto con un rifiuto netto, per bocca del loro rappresentante e presidente, Mark Suchomel. Risultato: Amazon sospende la vendita di oltre 4000 eBook, sperando che deviando il corso del fiume di ricavi gli editori assetati tornino a più miti consigli.

Ma ciò non accade. Anzi, Suchomel e soci sono ben determinati a resistere, consci che se non lo facessero rimarrebbero comunque in braghe di tela.

E Golia intanto piange...

La donna della domenica


Ricordate l’incipit della Donna della domenica? «Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte». Non ve ne ricorda un altro? «La mattina del giorno in cui fu ucciso, Santiago Nasar si alzò alle cinque e mezzo...». È Cronaca di una morte annunciata di Gabriel García Márquez. Solo che il libro del Nobel colombiano arriva nel 1981, mentre la nostra donna è del 1972, ergo l’onda lunga di questo romanzo è arrivata lontano. Anche noi lettori della prima ora abbiamo diritto al nostro incipit: «Quel venerdì del mese di marzo di quaranta anni fa, i lettori dell’Espresso scoprirono il primo capitolo di un romanzo ambientato a Torino e ritrovarono il piacere della lettura che si credeva perduto per sempre». I talebani dell’avanguardia avevano predicato «il romanzo puramente informale, costruito cioè da un capo all’altro come mero tessuto di inezie, di attimi inutili di vita» (Renato Barilli, 1965). E invece eccoci qua, a rivivere le vicende di personaggi (Anna Carla, Massimo, Lello, la signora Tabusso, «una di quelle donne che dicono quello che pensano», l’americanista Bonetto, il commissario Santamaria, il geometra Bauchiero, il gallerista Vollero) diventati con gli anni proverbiali come i compagni di scuola di Enrico nel Cuore di De Amicis.

Il romanzo poggia su due intuizioni geniali. La prima: se gli italiani sono sessanta milioni di commissari della nazionale di calcio, i torinesi sono novecentomila commissari di polizia. Date in pasto ai torinesi un delitto indiziario e li farete felici: ognuno saprà spiegarvi chi è l’assassino e perché l’ha fatto. Pressoché tutti i personaggi della Donna della domenica sono investigatori dilettanti e si danno un gran daffare per aiutare un commissario che ha l’aria di essere trascinato sulla giostra degli indizi e delle supposizioni. Uno di questi dilettanti volenterosi finirà col giungere troppo vicino alla soluzione. La seconda intuizione geniale: il responsabile di tutto, il vero assassino è il Refuso, o meglio il Misunderstanding, il Fraintendimento. È Lui che scompiglia l’ordine sociale e che arma le forze del male, non ci fossero refusi noi vivremmo nell’eden. A cominciare dal primo, una bozza di lettera appallottolata e buttata nel cestino sulla quale si parla dell’architetto Garrone, la vittima, e si dice: «Omicidio rituale o no, facciamolo fuori sul serio una buona volta ». Per finire all’ultimo, un vecchio proverbio piemontese tradotto inmaniera errata.

La donna della domenica è anche molto altro...


fonte: Bruno Gamparotta - La Stampa online

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giovedì 23 febbraio 2012

La Rowling torna a scrivere...


J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, il maghetto occhialuto che ha spopolato per anni nelle librerie di tutto il mondo, sta lavorando ad un nuovo romanzo per il pubblico internazionale che, contro ogni aspettativa dei fans, non sarà però l'ottavo capitolo della saga del maghetto occhialuto, bensì un libro "molto diverso" rispetto ai precedenti e dedicato ad un pubblico adulto.
Lo ha annunciato The Blair Partnership di Londra, nuova agenzia letteraria della scrittrice britannica, precisando che, dopo sette libri dedicati alle avventure fantasy di Potter, Rowling pubblicherà "un libro rivolto agli adulti".

fonte: Adnkronos

Silenzi


Ti ascolto...

anche quando non parli,

anche quando vuoi dirmi

che oggi questo silenzio ti disturba

Ti ascolto...

sei come una folla in festa

nella mia testa

Ti ascolto ma fai silenzio...

oggi non ho voglia di parlare.

by Cristina Valenti

mercoledì 22 febbraio 2012

Muore un pilastro dell'editoria italiana...

E' scomparso oggi, ad 88 anni, Enzo Sellerio, editore e fotografo italiano.

Nato a Palermo nel 1924, figlio di Antonio, ordinario di fisica tecnica, e della russa Olga Andes, dopo essersi laureato in giurisprudenza nel 1944, diviene assistente di Istituzioni di Diritto Pubblico alla Facoltà di Economia e Commercio di Palermo nel 1947. Nel frattempo scopre la fotografia e dopo una breve esperienza giornalistica e spronato dal suo amico Bruno Caruso partecipa, nel 1952, ad un concorso fotografico regionale dove vince il primo premio, 50.000 lire; nello stesso anno le sue fotografie vengono pubblicate sulla rivista Sicilia, un periodico quadrimestrale di livello europeo.

Nel 1955 il primo reportage, “Borgo di Dio”, è considerato oggi uno dei capolavori della fotografia neorealista in Italia. Negli anni a seguire una serie di personali lo portano ben presto ai vertici della fotografia nazionale ed internazionale. Nel 1969, spinto da un'idea chiacchierando con Leonardo Sciascia e Antonio Buttitta, fonda, assieme alla moglie Elvira Giorgianni (morta il 3 agosto 2010) la "Sellerio Editore", casa editrice che annovera tra le sue pubblicazioni i più grandi scrittori contemporanei.

I suoi scatti sono nella storia della fotografia. Una passione che Enzo Sellerio ha coniugato con il 'mestiere' di editore.

Un tacco ad ogni donna...


I decolleté più sexy - alla faccia del bon ton - lasciano intravedere le dita. Un po’ come una bella scollatura che scopre l’attaccatura del seno. Camminare sui trampoli 12? È semplice, basta sollevare bene le ginocchia. E ancora: non buttate via l’acqua della pasta, potete usarla per fare un pediluvio, l’amido è un toccasana.

Questi e un mare di altri consigli nel libro scritto dalla padovana Roberta Rossi «A lezione di tacchi», presentato ieri a Milano alla vigilia della settimana della moda. «Avevo i piedi piatti, il primo ricordo sono le scarpe correttive. Mi sono vendicata con l’ortopedico che aveva detto a mia madre: “Sua figlia non porterà mai il tacco alto”. Invece negli anni ho indossato le più belle calzature del mondo».

Collezionista (oltre duemila paia di scarpe), per anni direttore di sviluppo del prodotto dell’azienda di famiglia (la Rossi Moda) ha collaborato con i creativi di grandi griffe come Yves Saint Laurent, Marc Jacobs, Donna Karan, Vuitton... Nel suo volume romanzato, protagonista è una scarpetta elegante che prende per mano una giovane amica e le svela tutti i suoi segreti, con aneddoti e storie...

fonte: Antonella Amapane - La Stampa online

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martedì 21 febbraio 2012

De rerum natura...


Madre degli Enèadi, piacere degli uomini e degli dèi, Venere vivificante, che sotto le mobili costellazioni celesti ravvivi il mare portatore di navi, la terra che reca le messi, poiché grazie a te ogni genere di esseri animati è concepito e vede, nato, la luce del sole: te, dea, te fuggono i venti, te ed il tuo arrivo le nuvole del cielo, per te la terra industriosa fa crescere i fiori soavi, per te sorridono le distese marine, e, rasserenato, brilla di una luce diffusa il cielo.
Infatti, non appena la bellezza del giorno primaverile si svela, ed il soffio del favonio vivificatore, dischiuso, prende forza, per prima cosa gli uccelli del cielo annunciano te e il tuo arrivo, o dea, colpiti in cuore dalla tua potenza.
Quindi le bestie feroci balzano qua e là per i pascoli rigogliosi ed attraversano i fiumi vorticosi: così ciascuna bestia, presa dal tuo fascino, ti segue desiderosa ovunque tu voglia condurla.
Infine per i mari ed i monti ed i fiumi impetuosi e per le frondose dimore degli uccelli ed i campi verdeggianti, ispirando a tutti nel cuore un soave sentimento d’amore, fai sì che con desiderio propaghino le loro generazioni stirpe per stirpe.
E poiché tu sola governi la natura, e senza di te nulla nasce nelle divine plaghe del giorno, e nulla diviene lieto né amabile, desidero che tu mi sia compagna nello scrivere questi versi, che tento di comporre sulla natura per il nostro discendente di Memmio, che tu, o dea, hai voluto eccellesse in ogni tempo, adorno di ogni qualità.
Tanto più, dunque, concedi, o dea, un piacere inestinguibile alle mie parole. Fa’ che frattanto le feroci occupazioni della guerra, per ogni mare ed ogni terra, spente, si acquetino. Infatti tu sola puoi giovare ai mortali con una tranquilla pace, perché le feroci occupazioni della guerra le governa Marte bellicoso, che spesso si abbandona sul tuo grembo, vinto dall’eterna ferita d’amore, e così levando lo sguardo, reclinato il morbido collo, nutre d’amore gli avidi sguardi, anelando a te, o dea, e dalla tua bocca pende il respiro abbandonato. E tu, o dea, abbracciando con il tuo santo corpo lui così disteso, emetti dalla bocca soavi parole, chiedendo per i Romani, o ìnclita, una tranquilla pace.

Infatti né io posso fare questo con animo sereno in un tempo nefasto per la patria...


Lucrezio

Farlo a mano: sai che noia!


Il 21 febbraio di 170 anni fa, John J. Greenough brevettò la macchina da cucire, un'apparecchiatura impiegata per unire mediante una cucitura, stoffe o pelli attraverso il passaggio di uno o più fili di cotone o altri materiali per mezzo di un ago oscillante in modo alternato dall'alto verso il basso.

La sua invenzione è piuttosto controversa, infatti brevetti per meccanismi in grado di produrre cuciture furono depositati da Fredrick Wiesenthal nel 1755, da Thomas Saint nel 1790, da Barthélemy Thimonnier nel 1830 e appunto da Greenough nel 1842.

I primi modelli erano azionati a mano: attraverso una manovella applicata al volano, con la mano destra si produceva il movimento dell'ago, della spoletta e l'avanzamento per trascinamento del tessuto, mentre con la mano sinistra si controllava la sua posizione e l'indirizzamento. Successivamente le macchine per cucire furono a pedale: la movimentazione si otteneva con l'oscillazione di un pedale, posto sotto il tavolino in cui era inserita la macchina e che, collegato da una cinghia, produceva il movimento; entrambe le mani rimanevano libere e quindi disponibili per l'indirizzamento del tessuto.

Oggi il movimento è prodotto da un motore elettrico: il comando d'azionamento della macchina da cucire è dato da un pedale che si schiaccia col piede o da una leva azionata con lo spostamento laterale del ginocchio nei modelli industriali.

L'impiego della macchina per cucire ha velocizzato il confezionamento di indumenti e telerie; la maggiore produttività ha fatto abbassare il costo degli abiti favorendo la creazione dei primi nuclei dell'industria delle confezioni in serie. Il perfezionamento della macchina per cucire ha, in seguito, permesso di meccanizzare anche operazioni quali ricamo, soprafilo, imbastitura, rammendo, cucitura dei bottoni, occhiellatura.

Un bel vantaggio... sai che noia fare tutto a mano!

fonte: Wikipedia

lunedì 20 febbraio 2012

I 500 anni del Libro del venerdì...


Al tempo dell’ebook, quest’anno c’è un libro che compie mezzo millennio: un’età rispettabile e, se a festeggiare la soglia dei 500 anni è un libro, beh, è proprio un bel record. A spegnere quest’anno le metaforiche candeline è il primo libro armeno della storia, stampato a Venezia nel 1512. Se a qualcuno pungesse vaghezza di vederlo dal vero, può ammirarlo nella mostra sull’Armenia allestita nel Museo Correr, nella veneziana piazza San Marco.

Si intitola Libro del venerdì ed è una raccolta di preghiere e formule magiche che, racconta la leggenda, avrebbe salvato un gruppo di mercanti armeni dall'assalto dei pirati dalmati avvolgendo, previa lettura a voce alta, la loro nave in una provvidenziale coltre di nebbia. Non è l’unico cinquecentenario editoriale che ricorre quest'anno: anche il primo libro in cirillico bosniaco è stato stampato a Venezia nel 1512...

reat more at http://www.linkiesta.it/ebook-libro-venezia

fonte: L'Inkiesta

Cimitero della non città, cimitero della non vita...


... noi stiamo facendo da cavie.... ma quello che è successo a noi, quello che sta accadendo a noi e sicuramente quello che accadrà a noi, potrebbe accadere a "li popoli tutti de la terra italica".
Spesso mi chiedo cosa ci faccio qui. "Dobbiamo ricostruire la nostra città" sento dire, "Abbiamo un dovere morale nei confronti dei nostri figli e dei loro figli" echeggia nell'aria. Si, ne ero convinto, credevo.

Sono passati circa 1000 giorni. I riflettori spenti, il G8 finito, le promesse rimaste tali. Sulle macerie tra un pò sbocceranno ancora i fiori di campo e le erbacce infestanti, per la terza volta. I puntellamenti cedono, le travi in legno provvisorie marciscono, i ferri arruginiscono. Zona rossa, militarizzata, pericolosa e pericolante. Qualche rarissima attività in centro storico, nelle due strade aperte e puntellate, che con estremo coraggio e compartecipazione alla rinascita avevano creduto, stanno chiudendo. "Svendita per chiusura", cartello visto sabato sera in una rara passeggiata per le due vie riaperte. Passeggiate a testa bassa per non vedere, per ricordare la vita. Neanche i suoni giungono alle orecchie.

Cimitero della non città, cimitero della non vita.
La mia città, piccola, montanara, provinciale. La mia città che viveva di centro storico, 170 ettari dentro le mura antiche. Tra le prime 20 città d'arte d'Italia, colta, ricca di storia, di monumenti, vivibile. Ricca di musica, di università, di studenti. Dov'è la mia città? Quando la riavrò? La mia città dove, con due passi in centro, incontravi persone, parlavi, un saluto ed un caffè, vetrine di negozi. Mi manca la mia città. Mi manca la mia identità. E, lavorando nel settore, sono consapevole che mai la riavrò.

E l'impegno morale nel ricostruirla? Dai... per cortesia. Nulla posso se a monte non c'è una volontà politica. Ma chi freghiamo? "Aquilani irriconoscenti" ci hanno tirato addosso. "Ma cosa vogliono dopo che la città è stata ricostruita" ci gridano alle spalle, a chilometri di distanza, senza essere presenti, senza respirare la non città. Ma quanto vi hanno preso per il culo a voi abitanti del territorio italico? Ma quante cazzate vi hanno raccontato? E quante ne continuano a reccontare? Ma a noi non possono farlo. No... io son qui... vedo, anzi, non vedo... respiro la morte...
E allora fanculo L'Aquila.

Spesso penso di fuggire. Non sono vigliacco. Ci vuole coraggio nel mollare tutto e iniziare ancora una volta tutto dall'inizio. Mio figlio? E che ha fatto mio figlio per meritare tutto questo? Per lui questa è la normalità. Ho il dovere morale, ecco si, verso lui ho il dovere morale, di insegnargli la vita in una città dove la vita non esiste.

Nel 1703 i Borboni nominarono un procuratore di loro fiducia presente a L'Aquila, che pensò alla ricostruzione. Gli aquilani contribuirono, non furono deportati nei nuovi quartieri dormitorio e lasciati lì a morire. Ecco, la città è stata rifatta. Si, i rioni senza identità, senza servizi, senza un negozietto del cazzo per comperare un pò di pane. Lo si vede negli sguardi della gente, nelle loro teste basse, nelle nostre teste basse. In silenzio, senza far rumore, offesi nella nostra dignità, nel nostro amor proprio. Presi a manganellate a Roma solo perchè volevamo ricordare che esistiamo anche noi. Fanculo l'Italia, fanculo L'Aquila, fanculo la Costituzione e i governi, fanculo le promesse.

Mi merito di più... merito di tornare a vivere una città.

Potevamo fare. Potevamo essere un laboratorio, un grande laboratorio per le costruzioni e ricostruzioni antisimiche. Potevamo essere un esempio di città ricostruita secondo moderni canoni energetici, antisismici, architettonici, salvando la nostra storia ma realizzando la vera città a misura d'uomo. Abbiamo perso anche questa opportunità. Potevamo essere un esempio per tutti ma ci hanno privato della possibilità di esserlo.

La crisi? Ma cavolo... sono tre anni che qui siamo in crisi! Lavoro perso, consumo di alcol impressionante, depressione, psicofarmaci che ormai li vendono come aspirine. Un tunnel non arredato, dal quale non si vede una luce, lontana, che ne indichi la via d'uscita.
Venghino signori venghino. Tour dell'horror e in omaggio una piccola porzione di macerie da sisma in teca di vetro. Anzi no, teca di metacrilato trasparente. Turisti che posano dinanzi alle macerie per foto ricordo. Ma vai a posare dinanzi alle macerie di casa tua. La via dei morti... che emozione passare nella via che ha contato più morti, in pantaloncini corti e canotta. Ma cazzo, un po' di rispetto!!!

Però forse potrebbe essere un modo per far conoscere la nostra realtà... consoliamoci così. Subiamo anche questo, sopportiamolo... Ora è il terremoto e questa scossa non dura i 45 secondi (si, 45, hanno mentito pure sulla durata della scossa) e non è di 5,8 gradi, corretti in 6,2 in secondo tempo. Ha avuto un picco prossimo all'ottavo grado. Non lo dico io, lo raccontano i grafici. Anche su questo hanno mentito. Ma poco importa. Il vero terremoto è adesso.

di Q.V., abitante di una non città

La piccola coperta ed il gioco della seduzione...


Copertina: piccola coperta, involucro protettivo che custodisce le parole contenute in un libro, rivestimento cartaceo costituito a sua volta di parole. La prima cosa insomma che vediamo. E che determina - più o meno coscientemente - la nostra scelta di acqustare e leggere un determinato libro. Anche se il detto ammonisce sul fatto che "un libro non si giudica dalla copertina", di fronte ad un libro sconosciuto assumiamo comunque un atteggiamento mentale.
Secondo Cesare Pavese le copertine di un libro valgono più di un saggio critico perché operano un "sottile lavoro d'interpretazione e illuminazione", semplicemente accostando un'immagine all'idea che si ha di quell'autore, di quel romanzo. Posando rapidamente lo sguardo sulla copertina - colorata o meno, lucida, opaca o ruvida, evocativa o anonima, curiosa, disturbante o rassicurante - stabiliamo quindi se quel libro ci piace.
In fin dei conti, questo è il suo compito: sedurre!

Tutto al contrario


Questo strano 2012 che in due mesi ha già riservato un venerdì 13 (gennaio) e un venerdì 17 (febbraio) non finisce di sorprendere gli amanti della cabala. Martedì, infatti, sarà un giorno numericamente insolito: il 21/02/2012 è infatti un giorno palindromo, che si può leggere tanto da destra quanto da sinistra. I palindromi sono frasi, o sequenze di numeri, che non cambiano quando vengono letti al contrario (dal greco palin, indietro, e drómos, corsa).

IL PRESAGIO - In tanti sosterranno che sarà un giorno che porta fortuna, o sfortuna, a seconda della convenienza. Tradizione vuole che siano "menagramo" quando cadono di venerdì (come vi è andata a novembre, con l'11/11/11?), null'altro si sa degli altri giorni della settimana.

LA SMORFIA - Leggendo però i numeri secondo la smorfia troviamo che il 21 è la donna nuda, il 2 è la bambina, il 20 è la festa e il 12 è il soldato. Mischiando le carte, e pensando che, per esempio, martedì è l'ultimo giorno di Carnevale (ma non per i milanesi), c'è da pensare che qualche scherzo (del destino) possa essere in agguato.

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fonte: Maria Strada - Il Corriere della Sera online

domenica 19 febbraio 2012

Foglie di tè per le camelie...


Maurenn e Bridget Boland sono non solo sorelle ma anche due deliziose vecchie signorine inglesi dedite al giardinaggio per hobby. Tutto il sapere accumulato con anni di esperienza, di felici intuizioni e di penosi errori l'hanno riversato in questo compendio, in cui si tratta di fiori e di pidocchi, di erbe curative e funghi velenosi, del tempo migliore per piantare e seminare, di come usare le bucce di banana per le rose e le foglie di té per le camelie. Alla fine si scopre che i consigli dei vicini, i ricordi di famiglia, il caso e la tradizione orale sono molto più utili di un tomo scientificamente compilato.

"Perchè nei vecchi giardini sembra che aleggi un alone di magia? Forse chi li aveva creati cercava qualcosa di più del semplice produrre e guardare, forse le piante avevano più personalità, più dignità, mistero... quando venivano accudite nei rispetto, perfino nel timore dei poteri meravigliosi che si supponeva possedessero"...
E' questa la prefazione alla sezione 'Il giardino magico, leggende e incantesimi' contenuta in "Il giardino delle vecchie signore" delle sorelle Boland.

Se amate la natura ed il giardinaggio, questo è il libro che non può mancare nella vostra libreria. Non è un manuale, non è un saggio, le foto sono assenti, poche le immagini. Tanta la magia... Immaginate un grande giardino inglese che confina con un bosco antico. Le rose rampicanti che uniscono steccati e aiole di aromatiche e dalie, daini che vanno a bere nel ruscello, corvi che annunciano il vento, un piccolo totem per proteggere le piante, e un florido orto contornato dai tulipani. E poi immaginatevi dentro, proprio tra le rose del giardino con un innaffiatoio in mano, due signore d'altri tempi, due sorelle dai volti gentili, con cappellini e guanti, posate, due implacabili lavoratrici che curano questa piccola meraviglia, con tutti i sistemi possibili: pozioni di camomilla, intrugli di metalli, consociazioni fra piante, piccoli incanti e riti della tradizione inglese, filastrocche e proverbi che aiutano a liberarsi dagli insetti o a far guarire un melo ferito.

E' un libretto che vorresti non finisse mai, colmo di piccoli segreti di giardino, di vivide immagini della campagna inglese e della sue quiete apparente, in quel mare di vita che è la natura stessa, in tutte le sue forme.

"Noi anziane, quando abbiamo finito di leggere il futuro, interriamo le foglie di tè vicino alle camelie. Che ne traggono incredibili benefici"... Un po' come accade per il giardiniere quando chiude il libro: le parole sono finite, ma un po' di magia e di ottimismo rimangono "nell'aria". Un beneficio non indifferente...

sabato 18 febbraio 2012

Refusi d'annata...


Facendo zapping mi sono imbattuta in un vecchio film di Sofia Loren, "Lady L". La pellicola, del 1965, oltre all'attrice italiana, immortala anche personaggi del calibro di Paul Newman, David Niven, Marcel Dalio, Cecil Parker, Philippe Noiret...

Si tratta di una commedia, a mio avviso di livello mediocre, con una Loren non al massimo delle sue capacità interpretative. Nonostante questo, forse non a tutti è capitato di cogliere il refuso "temporale" che, nella storia, appare solo nel finale.

Per spiegare di cosa si tratta, devo prima svelarvi la trama.

Mentre festeggiata solennemente i suoi ottant'anni, la duchessa di Lendale narra all'amico Sir Percy gli episodi salienti della propria movimentata esistenza. Giovane lavandaia francese, Louise s'innamora, riamata, d'un abile ladro di buon cuore, Armand, vanamente braccato dalla polizia parigina. I due fuggono in Svizzera: Louise, che aspetta un bambino, desidererebbe una vita tranquilla mentre Armand s'affilia ad una società di terroristi politici. Per questo la donna pianta in asso Armand e, vestita di abiti vedovili, conquista il ricco duca di Lendale, Vicky, che s'adopera affinché Armand, autore d'un fallito attentato ad Otto di Baviera, riesca a mettersi in salvo. Per gratitudine Louise acconsentirà a diventare lady Lendale e, per il dispiacere, Armand si consegna ai gendarmi. Una volta amnistiato, tuttavia, Armand vivrà, con la compiacenza del duca, accanto a Louise (sia pur nell'ombra) e sarà il padre dei suoi otto figli. In realtà, così conclude Louise la propria biografia, Armand è stato sempre, fin dai primi tempi, il suo unico e legittimo consorte, con la rassegnata, magnanima connivenza del duca, deciso ad assicurare al proprio nome, in qualche modo, una successione numerosa e robusta.

Il film è riccamente corredato per quel che riguarda scenografie, costumi e ambientazione. Che appare essere riconducibile alla fine dell'Ottocento. Otto di Baviera, che sarebbe dovuto morire per mano di Armand, è infatti stato Re di Baviera dal 1886 al 1913. Le ambientazioni ed i costumi appartengono giustamente a quel periodo.

Fin qui nulla di strano. Il refuso, dicevo, appare nel finale quando la cinepresa immortala una lady Lendale, ormai ottantenne, mentre racconta la storia all'amico. E, mentre lo fa, dice espressamente "sono ormai trascorsi più di cinquant'anni... Vicky morì nel lontano 1924"... Il che ci fa capire che, mentre la donna racconta, la trama ha fatto un balzo temporale che porterebbe i personaggi a vivere in un periodo presumibilmente attorno al 1940: tutto nella norma, se non fosse che ambientazione, costumi e scenografie sono rimaste ferme alla fine del 1800, dimenticando (?) che nel frattempo gli abiti, la moda, gli oggetti in uso e la tecnologia fosse cambiata...

Un refuso che mi ha fatto sorridere: in fin dei conti, anche questo è il bello del cinema d'annata.

Trento "Socratica"...

A Trento dal 23 al 25 febbraio si terrà la terza edizione del convegno internazionale "Socratica", vetrina internazionale per gli studi sul grande filosofo greco Socrate.
Un campo, quello degli studi sulla figura di Socrate e la letteratura che, seppur di tradizione relativamente recente, sta vivendo attualmente una fase di autentica rinascenza. L'evento promette di essere un momento alto della ricerca nel quadro degli studi antichistici, ma anche un punto di riferimento e una vetrina internazionale per l'attività culturale, scientifica e formativa che si svolge a Trento, nelle istituzioni della città. Il programma del convegno si articolerà in quattro momenti, su tre giorni in tre diverse sedi: Palazzo Geremia, la Facoltà di Economia e il Castello del Buonconsiglio.

Il progetto dell'evento ha già avuto un significativo seguito presso la comunità scientifica internazionale. Al Call for papers, lanciato ai primi di luglio, hanno risposto 65 studiosi provenienti da ogni parte del mondo. La selezione delle proposte - affidata a un panel di esperti di diversa nazionalità - permetterà di proporre una decina di relazioni di ampio rilievo, da svolgersi in seduta plenaria, cui si affiancheranno una ventina di comunicazioni, da svolgersi in tre sessioni tematiche parallele. L'alta qualità scientifica, la rilevanza internazionale e la promozione di giovani studiosi sono i tre parametri di selezione che il comitato promotore si è proposto di seguire.

"Socratica"
è organizzato sotto l'egida del Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Culturali e della Facoltà di Lettere dell'Ateneo trentino, in collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli (IISF), sotto gli auspici dell'International Plato Society (IPS), con il patrocinio del Comune di Trento.

fonte: AdnKronos

Fiera del libro in salsa curry...


Calcutta. Febbraio. Fiera del libro, di cui quest'anno l'Italia è ospite d'onore. Gran folla - la gente legge poco ma ama molto girare per padiglioni carichi di libri, in mezzo alla calca, mangiando gelati industriali e scattando fotografie.
A Calcutta come a Mantova o a Torino. Qui la folla è fatta soprattutto di giovanissimi. La fila davanti al padiglione italiano si allunga come un serpentone colorato per trecento metri dall'ingresso. Nessuno di loro probabilmente ha mai letto Baricco o Elisabetta Rasy, ma aspettano pazienti, curiosi, di entrare nel cortile dove si parla di letteratura e si beve un buon caffè Lavazza (che pare stia conquistando con i suoi ottimi prodotti il mercato indiano), portandosi dietro un cartoccio di croccanti ceci abbrustoliti e salati. La gente è accorsa, pigiandosi nel cortile del padiglione dove, fra nuvole di zanzare e i tagli verticali di potenti riflettori, ascoltavano silenziosi le parole degli scrittori. Per fortuna non ci sono state le lungaggini delle traduzioni. Tutto in inglese e direttamente, in dialogo anche col pubblico.

I grandi temi trattati? Quale il ruolo dello scrittore? L'impegno esiste ancora? E in che cosa consiste? Cosa guida il mercato dei libri? Si legge ancora in carta o dobbiamo trasferirci sui mezzi elettronici? Esiste una discriminazione di genere? Quale è da considerarsi la lingua madre in fenomeni di emigrazione? Come reagire di fronte alla censura che tappa la bocca o peggio aggredisce e minaccia uno scrittore vivente, come è successo a Salman Rushdie o a Taslima Nasrin, tutti e due in polemica con l'estremismo islamico e da questo minacciati di morte?

Le risposte sono state varie e contraddittorie...

read more at http://www.corriere.it/cultura/12_febbraio_15/maraini-voci-colori-calcutta-india-italia_2c617210-57dd-11e1-8cd8-b2fbc2e45f9f.shtml

di Dacia Maraini - Il Corriere della Sera online

venerdì 17 febbraio 2012

Tra il 16 e il 18, meglio se tra giovedì e sabato...

In principio era solo un numero. Come tanti. Chi ci faceva caso? Poi, quella cifra incastrata tra il 16 e i 18, creò il pretesto per battute dozzinali. Quelle che riempiono soprattutto i luoghi di lavoro, quando tra colleghi si fa finta di essere amici.
Col tempo quel numero è diventato qualcosa di più. Se qualche balordo decreto lo eliminasse dalla matematica vigente non sarei più lo stesso. Ebbene si, mi mancherebbe. Tantissimo.
Già, perché tra noi due ormai c’è, come dire, uno stretto legame. Che va oltre la cabala, funeste previsioni, riti maniacali e quanto la sua fama si porta dietro.
È una sfida continua. Riservata, con ferree regole, solo a contendenti leali. Improbabili, ma seri, Cavalieri dell’Immaginifico. La prima regola? Credere senza dirlo.
La seconda: dire, senza credere. Salvare l’apparenza. Tutto quello che succede con gli oroscopi.
Forse con un pizzico di magia e due etti di superficialità in meno.
L’attenzione. Ah no, quella non deve mai venir meno. Immaginate quel numero con la testa di un saraceno. Siete in sella ad un cavallo.
Al galoppo. Ecco, la testa del saraceno è sempre più vicina alla punta della vostra mente. Attenzione, massima attenzione al gatto a nove code che farà schioccare all’altezza della testa...

Anche i dettagli sono importanti. Alludo a multipli, sottomultipli. Qualsiasi equazione il cui risultato possa essere associato a quel numero. Molto dipende anche dalla capacità di convivere con una gradualità di emozioni che, in fondo, quel numero, senza preavviso, o al contrario con eccessivi preallarmi, di solito ingenera. È in questi casi che i “prescelti” dall’ignoto reggitore di quel segno, spontaneamente, trasformano la miscredenza in buffe liturgie.

Non sono riti. Perché stanno tra il dire e il fare. Laddove il movimento non sempre è comandato dal cervello. O se lo è, riesce comunque a rubare alcuni secondi di completa anarchia. Se il tiranno lo mette ai ferri, reagirà proprio come uno schiavo, obbligato a pulire le latrine. Dovrà farlo. Lo farà. Non si saprà mai perché.

Ecco, dunque, che questo numero è catturato dagli occhi, su un cartello autostradale. Indica i chilometri che separano questo punto dalla prossima area di servizio. Il saraceno è lì, davanti, sotto forma di immenso autotreno. Le dita della mano sinistra si chiudono nel mezzo lasciando tesi solo indice e mignolo. Con questa ridicola, assurda, forchetta di carne, titillo l’asta delle marce. Da destra a sinistra. Rispettando rigorosamente il verso antiorario. Poi toccherà alla banale toccata e fuga sui genitali. Il finale è decrescente: basterà sfiorare, dall’ interno naturalmente, il tetto dell’auto. Il chilometro delle Bermude nel frattempo sarà stato oltrepassato. Metti di non ricordare se hai spento il gas a casa. Se hai staccato il ferro da stiro. Se la piastra elettrica del forno era ancora rovente. E metti di esser in viaggio, da pochi minuti. Certi controlli bisogna farli. Subito. Non è pensabile rinviarli al momento del ritorno. L’ansia rovinerebbe, comunque, la giornata, l’appuntamento, il viaggio.

Nel rapporto con quello che, per comodità, d’ora in poi definirò Monsieur Vixì, occorre tener presente, oltre alle regole in parte citate, anche un codice d’onore. Vixì va rispettato. Sempre. Altrimenti è meglio non parlarne mai. Trattarlo alla stregua di un numero qualsiasi. Ma attenti: se solo per un istante la mente fisserà Vixì più di altri, potrebbero insorgere complicazioni. Che poi solitamente si scaricano, proprio addosso al nostro Monsieur. Colpa sua se...

Nei meandri del cervello, questo di tipo d’interconnessioni, assomiglia agli interruttori del sottoscala. Occhio a quello che si tocca. Se non si sa dove e perché toccare meglio star fermi. Vixì, in questo momento, lo so, è n che guarda. Quante storie, vere, presunte, false, sul suo conto. Del resto è lo stesso Vixì a non prestar attenzione, come dovrebbe, agli alibi. Come non imputargli tutto quanto succede quel giorno? E se coincide con un venerdì? Come non pensare subito a lui, quando, a quell’ora del tardo pomeriggio, accadesse un fatto spiacevole? E come non credergli, imprecando, se è appena uscito sulla ruota del casinò? La tecnica che gli è abituale: l’agguato. Entra furtivamente nei pensieri. Anche in quelli più banali. Se ne va solo dopo aver lasciato il seme del dubbio. Quel seme germoglierà. Non subito. Non dipende dall’acqua. Nascerà una specie di felce. Di quelle che fanno il solletico. Ondeggiando, controvento. E suggerirà il da farsi. Non si tratterà di imperativi. Solo consigli. Buoni consigli.
Vixì non crede a queste cose. La sua esistenza prescinde da questa sorta di combinazioni. Vixì comunque esiste. C’è.

... Avevo calpestato più di sedici gradini. Tutti con i garretti di chi spinge dal basso verso l’alto. Li avevo anche contati. E mi trovai davanti a lui, a Vixì. Sfottente. Sicuro. Inafferrabile.
“Che fai? Salti questo turno di marmo perché, casualmente, sono tra i tuoi passi?”
Una sfida. Non si poteva far finta di niente.
Vixì ebbe un impercettibile dubbio sui muscoli facciali. Non s’avvide della nebulosa alla quale avevo apparecchiato la tavola. La memoria. L’irrazionale, che si fonde col razionale. E viceversa. Avevo pigiato il tasto dell’incoscienza. Non dopo aver avuto la sicurezza che fosse compreso tra i primi sedici pulsanti a disposizione. Un tasto a caso, comunque. Al quale mi affidai ciecamente.
Vada come deve andare.
Vixì era in attesa. Una (sua) goccia di sudore in più. Dopo le sedici finite sul gradino. Avrebbe potuto far scivolare. Ma ero già sul passamano. Impegnato a superare quell’ostacolo tra me ed un mondo più sicuro. Rischiavo l’osso del collo in quell’incomoda posizione. Lo sapevo, lo sentivo. Così come avvertivo l’odore di un succo di frutta (albicocca?). Una bottiglietta, finita in frantumi, proprio su quel gradino.
Vixì lo sapeva. Sapeva di quello stupido trucco da circo. Ed aspettava che le mie mani sudate scivolassero da quel passamano ancora appiccicoso, Si, c’erano anche su quel pezzo di legno tracce di mani che avevano tentato di pulire. Per poi abbandonare l’operazione, quando il sangue s’ era mescolato all’arancione zuccherato.
Uscì una donna, dalla porta del secondo piano. “Scusi, non sono riuscita a mettere a posto. Ma faccio in un attimo. Prendo lo straccio e arrivo”.
Vixì si mise a ridere. Una risata simpatica. Di quelle che, di solito, sdrammatizzano. Suadente... Mi stavo rilassando... ma non lasciai il passamano,

Tanto, ci si sarebbe rivisti.
Au revoir, Monsieur Vixì... au revoir...

di Cornelio Galas - vietata ogni forma di riproduzione

Libri in crisi... crisi di libri


La crisi inizia a farsi sentire anche nel mondo del libro che, rispetto ad altri settori intaccati prima e più pesantemente, aveva finora sofferto meno della leva economica negativa. Lo testimonia la ricerca di stabilità dei piccoli editori che sta dietro alle fusioni, come quelle recenti, tra Alet e Beccogiallo con Fandango, e Meridiano Zero con Odoya. Ma ne è un segnale evidente anche la crisi delle librerie che colpisce sia le realtà indipendenti che quelle di catena.

Due esempi per tutte. Fnac, il gigante francese che in Italia ha otto store (due a Torino, uno a
Milano, Verona, Genova, Firenze, Roma e Napoli) che impiegano quasi mille dipendenti, nel 2011 ha dovuto affrontare calo delle vendite fisiche attorno al 5,4% che ha portato alla decisione,annunciata qualche tempo fa, di intraprendere una ristrutturazione che prevede a livello globale una riduzione dei costi per 80 milioni di euro.

Interessati dai tagli anche i lavoratori italiani della catena che si sono riuniti a Roma con le sigle sindacali e i vertici di Fnac Italia ma senza sostanzialmente arrivare ad una soluzione. La paura dei dipendenti è però che i giochi siano già stati fatti. Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, Fnac Italia sarebbe già stata messa in vendita e in particolare sarebbero Mediaworld (per lo store napoletano) e Apple (per quello milanese) i papabili acquirenti.

fonte: Giornale della libreria

Problemi tutti nostrani sono invece quelli delle Librerie Coop che, stando al «Fatto Quotidiano», annunciano la prossima cassa integrazione per 170 dipendenti sparsi nei 26 punti vendita in tutta Italia...

La crisi non risparmia infatti nemmeno il fiore all’occhiello delle cooperative rosse. Le Librerie Coop hanno annunciato la cassa integrazione, che potrebbe riguardare quasi tutti i 170 dipendenti sparsi nei 26 punti vendita in tutta Italia. Un colpo durissimo che interesserà da vicino i tanti negozi in Emilia e in particolare quelli a Bologna (60 le persone impiegate), dove potrebbero non essere risparmiati neppure i lavoratori della famosa Libreria Ambasciatori.

La proprietà conferma i dati negativi, anche se migliori rispetto all’andamento generale del mercato: “il mercato del libro nel 2011 ha chiuso intorno a -8 % rispetto al 2010, mentre Librerie Coop a -2,8 %; in gennaio 2012 il mercato ha chiuso al -10 % e librerie Coop a -3 %”.

fonte: Il Fatto Quotidiano - read more at http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/15/librerie-coop-cassa-integrazione-possibili-esuberi-allambasciatori-bologna/191399/

La micizia...


Istituita nel 1990, la festa del gatto viene celebrata in Italia tutti gli anni il 17 febbraio.

La scelta della data non è casuale: il mese di febbraio è il mese del segno zodiacale dell'Acquario, tipicamente considerato il segno degli spiriti liberi, mentre il giorno 17 è stato scelto appositamente per sfatare tutti i miti che hanno accompagnato la storia di questo felino, specialmente se dal manto nero.

Venerdi' 17 è per gli italiani superstiziosi un giorno particolare e per giunta quest'anno cade in anno bisestile, altra iattura secondo chi crede a queste cose.

E visto che non sono superstiziosa, alla mia gattona - che non è nera bensì silver-blue e che da sette anni a questa parte tutti i giorni mi tiene compagnia - voglio dedicare con affetto ed (a)micizia il primo post di oggi...

giovedì 16 febbraio 2012

Nacque nel 1978... ma ancora oggi ci rivoluziona la vita...

Nel 1977 due studenti dell'Università di Chicago, Ward Christensen e Randy Suess, scrissero un programma pionieristico battezzato MODEM, che permetteva il trasferimento di file tra i loro pc e l'anno successivo misero a punto anche il Computer Bulletin Board System con il sistema BBcode, che consentiva al PC di trasmettere e archiviare messaggi: venne messo online il 16 febbraio 1978 a Chicago, Illinois... e da allora il passo verso il futuro fu breve...

I movimenti che diedero vita ai concetti di shareware e software libero sono nati nei BBS, attraverso lo scambio di software non protetto da limitazioni di copia. Per gestire o utilizzare un BBS erano necessarie conoscenze tecniche piuttosto elevate e attrezzature particolari, il che rendeva solitamente i BBS regno di veri e propri appassionati ed esperti: i BBS furono quindi la via di comunicazione preferenziale di tre generazioni di hacker, che crearono poi i presupposti per la nascita del World Wide Web.
(un BBS - o Bulletin Board System - è un computer che utilizza un software per permettere a utenti esterni di connettersi a esso attraverso la linea telefonica, dando la possibilità di utilizzare funzioni di messaggistica e file sharing centralizzato. Il sistema è stato sviluppato negli anni settanta e ha costituito il fulcro delle prime comunicazioni telematiche amatoriali, dando vita alla telematica di base).


fonte: Wikipedia

E tu, quale posizione preferisci?


Lingue italiane a rischio estinzione...


Metà delle 6.000 lingue parlate attualmente nel mondo rischia di scomparire entro la fine del secolo se non si farà nulla per impedirlo. E tra queste il siciliano, il sardo e il napoletano e circa altre 30 lingue parlate in Italia. E' l'Unesco a lanciare l'allarme in vista della giornata dedicata alle lingue madri che si terrà il 21 febbraio prossimo.

"Con la scomparsa delle lingue non scritte e non documentate - avverte l'organizzazione internazionale sul sito http://www.unesco.org/culture/languages-atlas/ , un atlante navigabile delle lingue che verrà aggiornato settimanalmente - l'umanità perderebbe non solo una grande ricchezza culturale ma anche conoscenze ancestrali contenute, in particolare, nelle lingue indigene".

Secondo gli esperti "le lingue sono minacciate in particolare da forze esterne quali il dominio militare, economico, religioso, culturale e da forze interne quali l'atteggiamento negativo di una popolazione nei confronti della propria lingua".
Non solo. Oggi le migrazioni in crescita e la rapida urbanizzazione 'viaggiano' con la perdita dei tradizionali modi di vivere e con una forte pressione a favore dell'utilizzo di una lingua dominante, che è necessaria (magari per ragioni economiche) o percepita come tale. Ecco perchè secondo l'Unesco "è fondamentale che tutte le comunità linguistiche si attivino per preservare e diffondere il proprio retroterra linguistico. Non si tratta, infatti, di un processo nè inevitabile nè irreversibile: politiche linguistiche ben pianificate e via via implementate possono dare man forte a quanto già stanno facendo le comunità per mantenere e rivitalizzare le proprie lingue madri trasmettendole alle giovani generazioni".

L'obiettivo specifico del programma Unesco a tutela delle lingue in pericolo è quello di sostenere le comunità, gli esperti, i governi attraverso la produzione e la diffusione di materiale didattico di promozione e valutazione sulle tendenze linguistiche in atto. Guardando solo alle lingue parlate in Italia quelle attualmente a rischio sono oltre 30: sardo campidanés, cimbriano, corso, emiliano, faetar, francoprovenzal, friulano, galo-siciliano, sardo galurés, gardiol, griko calabrés, griko salentino, ladino, ligur, sardo, logudorés, lombardo, mócheno, croata molise, piamontés, resiano, romaní, sasarés, siciliano, napolitano-calabrés, töitschu, veneciano, yiddish, alemánico, alguerés, provenzal alpino, arberés, bavaro.

Guardando a ritroso è impossibile fare il conto delle lingue già scomparse nella storia dell'umanità. Alcuni linguisti hanno calcolato in 75 il numero delle lingue estinte in Europa e in Asia Minore. Negli Stati Uniti, invece, sono 115 lingue sono scomparse negli ultimi cinque secoli su 280 utilizzate all'epoca di Cristoforo Colombo.

fonte: AdnKronos

mercoledì 15 febbraio 2012

Memorie dal carcere... e la Knox diventa caso editoriale

Mentre si scatenano le polemiche e si riaccendono i fari dei media sul caso Meredith, fanno capolino dagli Stati Uniti le voci secondo cui diverse case editrici americane si stiano facendo la guerra per accaparrarsi i diritti sulle “memorie dal carcere” della loro connazionale.

I quattro anni dietro le sbarre di Amanda Knox e tutti i retroscena del caso e dei processi, che tanto hanno infiammato l’opinione pubblica statunitense, saranno i protagonisti di un libro che nomi come Random House, Penguin, HarperCollins, Simon & Shuster e altri importanti editori vorrebbero pubblicare.

Intanto, secondo il britannico Daily Mail, la Knox ha assunto per negoziare l’accordo Robert Barnett, lo stesso agente letterario di Barack Obama, Bill Clinton ed Elton John. D’altra parte, si parla di anticipi intorno ai 600 mila dollari.

Forse Amanda ha voluto prendere esempio da Raffaele Sollecito, ex fidanzato e coimputato, che già da tempo si è mosso verso il business editoriale con l’assunzione di un agente letterario e di un ghostwriter di Seattle...

fonte: Andrea Bressa - Panorama online

La mia recensione a "Mr. Gwyn" di A. Baricco


... è prosa leggera e geniale semplice commozione...

martedì 14 febbraio 2012

Al tuo silenzio che grida...


Perchè si vede
nei tuoi occhi
l'anima nera
di chi ti ha fatto male

E l'azzurro limpido
di pensieri liberi
che lanciano
grida lancinanti
come l'aria di sale
su gabbiani feriti

Perchè si sente
che chiedi amore
e amore e amore
e ancora amore

Non la risata
di chi usa
la tristezza d'altri
per sollazzo

Perchè se potessi
ti regalerei un diamante
ma so che non
lo accetterai
mai

E fai bene, sotto
le cascate d'oro
non si fa la doccia
nudi
se si è soli

Basterebbe una goccia
di sudore
dopo atti d'amore veri
per pulirsi
dalla sporcizia
dell'ipocrisia...


di C.G.

Domanda lieve...

... chissà se Baricco scrive ritratti come Mr. Gwyn...

lunedì 13 febbraio 2012

Senza risorse, mai...


Indosso una maglia panna e il mio viso è ancora più bianco. Ieri sera, prima di addormentarmi, mi sono lasciata prendere dal panico. La paura è emersa dal fondo di me dove la tenevo custodita, mimetizzata. Ha invaso tutti i miei pensieri annientando sicurezze e speranze.
Ho paura. Tanta. Devo trovare un lavoro e ho paura di dover ricominciare tutto da capo, di non sentirmelo addosso. Di dover entrare a forza nella pelle di qualcun altro, che comprime e soffoca...
Ma, più di tutto, ho paura che il vortice impazzito del mondo mi riprenda, togliendomi la capacità di introspezione che mi ha cresciuto in questo periodo. I miei spazi di pensiero, preziosi più dell'oro. Le contemplazioni del cielo mutevole, dell'inverno impietoso. Le mie occhiate circolari che mi concedevano un posto ben definito nell'universo.
Sono io, quella. Sono io che canto dentro all'unisono con la musica che non si sente, si percepisce e basta. Sono io, vera. Giusta. Con un equilibrio che apre il mio cuore come un vaso di Pandora. Chi mi circonda si può servire a piene mani, non rimarrò senza risorse. Mai.

di Vilma Cretti

domenica 12 febbraio 2012

Classifica faccio-da-me...


Prendendo spunto dall'incredibile caso di un autore narcisista che ha “truccato” la classifica di Bookrepublic acquistando a ripetizione il suo libro, mi sono chiesto: “Hanno un senso oggi le classifiche per gli ebook?“.

La risposta non è semplice. Da sempre siamo portati a classificare, a ragionare in termini di Auditel, di Hit Parade, di chi sale e chi scende, ecc. Anche noi del Colophon da qualche settimana pubblichiamo una classifica, stilata secondo criteri “automobilistici”, ovvero prendendo le classifiche delle maggiori librerie online e assegnando un punteggio in base alla posizione occupata nelle rispettive classifiche, facendo poi la somma dei punti e stabilendo chi sale e chi scende. Non ha pretese di scientificità, anche perché ogni store ha un differente volume di vendite, ma può dare un’idea di come si stia muovendo il mercato. Altri blog lo fanno, e talvolta i risultati coincidono, talvolta no, ma si tratta di una questione di impostazione del punteggio.

Io credo però che la logica del bestseller potrebbe essere presto superata, se non totalmente, almeno in parte. Le classifiche guidavano la scelta dei lettori quando era difficile districarsi tra migliaia di libri diversi, e allora per andare sul sicuro si puntava sul libro “che hanno letto tutti”, “del quale tanto si parla”, e così via. Perché credo che questa logica possa essere superata? Credo per alcuni motivi, sia immediati, sia sul lungo termine.

Uno dei motivi immediati è l’esiguità delle vendite del mercato ebook attuale...

read more at http://www.ilcolophon.it/2012/02/02/editoriale-a-chi-servono-le-classifiche/#more-5804

Il 12 febbraio di 12 anni fa...


Il 14 febbraio 2000 il quotidiano londinese The Times uscì con un necrologio che terminava con la seguente frase:

"Charles Schulz leaves a wife, two sons, three daughters, and a little round- headed boy with an extraordinary pet dog". (Charles Schulz lascia una moglie, due figli, tre figlie e un piccolo bambino dalla testa rotonda con uno straordinario cane).

Due giorni prima Schulz era infatti deceduto a Santa Rosa in California a causa di un attacco cardiaco.
Il giorno dopo venne pubblicata la sua ultima striscia, in cui lasciava a Snoopy il compito di congedarsi dai suoi lettori con queste parole:

« Cari amici,

ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant'anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall'attività.

Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l'affetto espressi dai lettori della mia "striscia" in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... non potrò mai dimenticarli...

Charles Schulz »



Charles Monroe Schulz nacque a Saint Paul il 26 novembre 1922 e fu un fumettista statunitense, conosciuto in tutto il mondo per aver creato le strisce dei Peanuts.

Frequentò la scuola elementare a St. Paul, saltando due semestri. Dopo la morte della madre, nel 1943, venne arruolato e mandato a Camp Campbell in Kentucky, quindi in Europa due anni dopo per combattere nella Seconda guerra mondiale. Dopo aver lasciato l'esercito nel 1945 lavorò come insegnante.

La sua prima striscia a fumetti con cadenza regolare fu pubblicata nel 1947 dal St. Paul Pioneer Press, e si intitolava Li'l Folks. Anche il Saturday Evening Post accettò di pubblicare alcune vignette dei Li'l Folks. (Fu in queste strisce che apparve per la prima volta Charlie Brown, così come un cane somigliante a Snoopy). Nel 1950 propose i suoi lavori alla United Features Syndicate, e i Peanuts furono pubblicati per la prima volta il 2 ottobre 1950. Questo fumetto divenne uno dei più popolari di tutti i tempi. Per breve tempo disegnò anche una striscia ispirata allo sport chiamata It's Only a Game (1957-1959), aiutato anche dal suo amico e già collaboratore per i Peanuts Jim Sasseville, ma la serie non prese piede e venne chiusa.

Molta della sua vita viene raccontata nei Peanuts attraverso le somiglianze con Charlie Brown, il personaggio principale. Ad esempio anche il padre di Schulz era barbiere e la madre casalinga, anche Schulz da piccolo aveva un cane (a differenza di Snoopy, però, il suo cane Spike era un pointer), anche Schulz era timido e introverso, la ragazzina dai capelli rossi di Schulz era Donna Johnston, con cui aveva avuto una relazione. Schulz le chiese di sposarlo, ma lei rifiutò. Rimasero comunque sempre amici.

Schulz si sposò due volte: nel 1951 con Joyce Halverson, dalla quale ebbe cinque figli, e divorziò nel 1972. Nel 1973 si risposò con Jean Forsyth Clyde, con la quale visse il resto della vita.

Peanuts è stato pubblicato per quasi cinquant'anni praticamente senza interruzioni ed è apparso su 1.600 quotidiani in 75 paesi. Nel novembre 1999 Schulz ebbe un ictus, e più tardi si scoprì che aveva un cancro. A causa della chemioterapia e per il fatto che non riusciva a leggere o vedere con chiarezza, il 14 dicembre 1999 annunciò il suo ritiro, all'età di settantasette anni, richiedendo nel suo testamento che i personaggi dei Peanuts rimanessero genuini e che non si disegnassero nuove strisce basate sulle sue creature. Fino ad oggi le sue volontà sono state rispettate e le vecchie strisce continuano a essere ripubblicate su quotidiani e riviste.

sabato 11 febbraio 2012

I gatti di Joyce...


Ha una tiratura limitata a 200 copie una fiaba per bambini inedita scritta da James Joyce. A pubblicarla una casa editrici di Dublino; si tratta di un racconto preparato dal romanziere espressamente per il suo nipotino e spedito per lettera il 5 settembre 1936.

Il titolo del racconto è "I gatti di Copenhagen" ed è ispirato ad una vacanza nella capitale della Danimarca compiuta in quel periodo dall'autore di "Gente di Dublino". Si tratta di un racconto gemello un po' più breve de "Il gatto e il diavolo" scritto sempre per il nipotino qualche tempo dopo.

La pubblicazione dell'inedito racconto è stata criticata dalla Fondazione James Joyce di Zurigo che detiene il manoscritto originale della storia, dissociandosi dall'iniziativa.

Sugli scritti di Joyce il primo gennaio scorso è caduto il copyright durato settant'anni dalla morte dello scrittore ma secondo la fondazione svizzera riguarda solo i testi già pubblicati e non gli inediti.

fonte: AdnKronos

venerdì 10 febbraio 2012

La primavera araba come non l'avete mai vista prima


BRUXELLES - E' dedicata alla primavera araba la foto vincitrice del premio World Press Photo 2011, annunciato oggi ad Amsterdam.
L'immagine è stata scattata da Samuel Aranda lo scorso 15 ottobre, durante le rivolte nello Yemen, e pubblicata dal New York Times.
La foto riprende una donna velata in nero, in guanti bianchi, che culla un familiare ferito il cui torso nudo contrasta con il velo nero: per i giudici che l'hanno scelta è una testimonianza del movimento della 'primavera araba'.

giovedì 9 febbraio 2012

Tecniche di seduzione...


Succede più o meno sempre così: entri in libreria, ti guardi attorno, annusi l'aria, lasci che lo sguardo rimbalzi da un ripiano all'altro, ti fai attirare da un colore, frughi nella memoria cercando di farti venire in mente un titolo che al momento sfugge ma che ti eri ripromesso di comprare (possibile che quando si è lì nessuno ricordi mai qual era il libro che si voleva comprare?)... cerchi attorno a te un nome noto, quello di un autore-certezza, quello di una casa editrice che pubblica libri che ti piacciono...
Oppure ti lasci attrarre dalle novità, da un volume insolito, da un nome che non conosci ma che potrebbe promettere bene. Insomma, ti fai distrarre.
Ed è proprio quando sei distratto, quando abbassi le difese, che avverti come delle vibrazioni che sembrano arrivare dalle pareti della libreria: sono i libri che ti attirano verso di loro.
Ne prendi in mano uno ed ecco che subito scattano, rapidissimi, i meccanismi che ti condurranno - una volta concluso il gioco - all'acquisto di quel preciso libro...
Ma prima di arrivare alla cassa, la tecnica di seduzione continua. Che cosa accade quando prendiamo in mano il libro per la prima volta? Accade che, prima ancora di aprirlo, probabilmente lo giriamo. E ci interessiamo al "lato B"... Ed è proprio in quel momento che scatta il meccanismo seduttivo che ci interessa: la quarta di copertina è tutto, è uno svelare ma non troppo, a piccoli sorsi, un gioco intrigante che - se condotto da abili mani - può far scoccare la scintilla e convincere il lettore all'acquisto.
Anche queste, a modo loro, sono tecniche di seduzione...

Piratate i miei libri!


Il romanziere brasiliano Paulo Coelho, che ha venduto oltre 130 milioni di copie nel mondo (in Italia è pubblicato dall'editore Bompiani). ha annunciato di appoggiare il sito di filesharing The Pirate Bay per le sue nuove iniziative di sostegno alla promozione degli artisti indipendenti. Coelho ha quindi esortato i lettori a scaricare gratis tutti suoi libri e si è detto sicuro che da quest'azione di 'pirataggio' ne deriverà per lui un vantaggio attraverso una maggiore diffusione delle sue opere a stampa.

''Le vendite dei miei libri cartacei sono in crescita da quando sono pubblicate su siti peer2peer (P2P). Benvenuti al download dei miei libri gratuitamente'', scrive il narratore sul suo blog in un post firmato "With Love, The Pirata Coelho". "Se i miei libri vi piacciono, acquistatene una copia in libreria. Sarà anche questo un modo per dimostrare all'industria che l'avidità non porta da nessuna parte", aggiunge Coelho.

Il "pirata Coelho" cita come esempio emblematico il caso dei suoi libri in Russia. Nel 1999, durante un viaggio a Mosca, lo scrittore scoprì di aver venduto ufficialmente circa 3.000 copie del suo libro "L'Alchimista", ma molte di più erano le edizioni pirata che circolavano in terra russa.

Un anno dopo, nel 2000, grazie ai libri piratati, la vendita in libreria delle sue opera era salita a 10.000 copie per arrivare a un milione nel 2002, fino a toccare la cifra record di 12 milioni nel 2011. L'appoggio di Coelho a Pirate Bay sta suscitando vasta eco tra i lettori, per lo più con apprezzamenti nei suoi confronti, definito "un visionario" ed anche "un eroe della libertà".

fonte: AdnKronos

mercoledì 8 febbraio 2012

Facciamo Fandango...

Le case editrici Alet e Beccogiallo entrano a far parte del gruppo editoriale Fandango unendosi a Fandango Libri, Coconino Press e Playground. Lo comunica Fandango.
Il progetto editoriale di Alet è nato 7 anni fa per iniziativa di Emanuela e Federico Tosato e ha un catalogo di circa 100 titoli con autori come William T. Vollmann e Julio Cortazar. Alet possiede inoltre le quote di maggioranza di Beccogiallo che è l'unica casa editrice italiana specializzata in fumetto di impegno civile.

fonte: Ansa

martedì 7 febbraio 2012

Tutto facile per le stagiste...


Uscira' in Italia il 15 febbraio, per Rizzoli, con il titolo 'Ho amato JFK' , la scottante autobiografia di Mimi Beardsley Alford, stagista di John F. Kennedy, che arriverà domani, 8 febbraio, nelle librerie americane.

Figlia della buona borghesia americana, educata nella stessa scuola di Jackie Kennedy, Mimi Beardsley Alford, classe 1943, aveva 19 anni quando, nel 1962, ottenne un lavoro estivo all'ufficio stampa della Casa Bianca. Nacque una tenera e bruciante storia d'amore.

fonte: Ansa

Bolla rosa...



Sono così. Non posso cambiare del tutto la mia indole per piacere agli altri.
Posso essere amorevole con le persone a cui voglio bene, preparare qualcosa di buono per vederli contenti. Anche una semplice torta di mele o un pasto particolarmente stuzzicante. La loro felicità si riflette su di me.
Posso fare che la nostra casa sia accogliente e ascoltare i problemi che ogni giorno la vita ci propone come sassi sul cammino.
Avere qualcuno che ti ascolta permette a quei sassi di ridimensionarsi fino a non dare più fastidio lungo la strada. Non diventeranno mai macigni.
Posso avere il sorriso pronto e tenere in disparte le mie perplessità, se vedo che qualcuno ha bisogno di me, di avermi al suo fianco solare e non lunatica.
Ma ci saranno i giorni in cui ho poco controllo sulle mie emozioni e allora la pazienza andrà a farsi benedire creando terreno fertile agli scontri, ai musi e alle parole che vorresti non avere mai detto.
Mi va bene così. Non voglio vivere in una bolla rosa...


by Vilma Cretti

Buon 200° compleanno!


Buon compleanno Mister Dickens. Il più celebre scrittore dell'epoca vittoriana nasceva 200 anni fa, il 7 febbraio, e da Londra alla sua natia Portsmouth, fino all'Argentina, Singapore e New York, una miriade di eventi, mostre, spettacoli teatrali e iniziative letterarie marcano oggi il suo bicentenario. Tutto esaurito per la cerimonia all'abbazia di Westminster, dove stamattina alle 11 verrà posata una corona di fiori sulla sua tomba e l'attore e regista Ralph Fiennes, insieme alla scrittrice Claire Tomalin e a due discendenti dello scrittore, leggerà brani delle sue opere.

Dopo due mesi di ristrutturazioni, la casa museo del romanziere a Doughty Street, nel cuore di Bloomsbury, ha riaperto i battenti, mentre la British Library, la National Portrait Gallery e il Museum of London hanno tutti allestito mostre dedicate alla sua vita e alle sue opere. Al British Film Institute una retrospettiva di tutti i film per il cinema e la televisione tratti dai suoi romanzi si terrà fino a marzo, mentre il mondo del teatro lo commemorerà con spettacoli in tutto il Regno.

A Portsmouth i festeggiamenti saranno incentrati al Charles Dickens Birthplace Museum, dove martedì prossimo verrà posata una corona. Dopo una cerimonia di ringraziamento alla chiesa di St Mary's dove il romanziere fu battezzato, le celebrazioni si sposteranno a Guildhall Square dove verrà proiettato un film su un megaschermo all'aperto e al New Theatre Royal, che ospiterà una performance teatrale di Simon Callow, uno dei più celebri interpreti di Dickens.

fonte: Ansa