sabato 28 gennaio 2012

Ogni squisito attimo...


La pioggia portò nuova intimità. Gli occhi di Matilde si stancavano presto nella lettura e così le consegnava il libro, alzandosi dalla poltrona per stendersi sul divano. Lea adorava quei momenti. Le chiedevano di fare quello che le piaceva di più: leggere e interpretare.

Così, aggiungeva alcuni ciocchi di legna nella comoda stufa con fuoco a vista, e cominciava.
Se era un giallo, la passione di Matilde, prima di arrivare alla soluzione, usava il tono della suspance. Allora lei sbuffava, impaziente di sapere.
"Calma. Il percorso per arrivare alla meta, spesso, è più piacevole della meta stessa" la canzonava.
"Vogliamo andare avanti sì o no?" fingeva di irritarsi lei. Se era un romanzo, si lasciava trascinare, modulando la voce nei toni drammatici o teneri dettati dal testo. Il brutto tempo agitava il mare. Il frangersi delle onde penetrava gli infissi arrivando fino a loro, piacevole compagnia.

La sera dopo cena, appoggiava delicatamente, nell'acqua della larga ciotola in vetro, le tonde candele galleggianti e le accendeva. Poi tornava a leggere per Matilde e per sé. Così le ombre danzavano sui muri, insieme alle emozioni che scaturivano dalle pagine.
Sospiri, risate, occhiate d'intesa. Rimanevano sospesi in aria, riempivano gli angoli della casa, uscivano come spifferi dalla finestra sul giardino mescolandosi al vento e al pungente odore del mare, altrettanto forti e ugualmente penetranti.

Momenti così avevano una loro collocazione precisa nell'esistenza. Erano indelebili. Vi si poteva accedere, tornando indietro con la memoria, e servivano a riappropriarsi di squisiti attimi. Come può fare un sorriso per sempre giovane, in una vecchia foto.
E per il momento Giordano rimaneva lì. Chiuso in un album. Una serie di foto alle quali non permetteva di sorridere...

di Vilma Cretti - vietata qualsiasi forma di riproduzione

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