giovedì 12 gennaio 2012

Drago vs mela...


Scrittori cinesi contro Apple per questioni di copyright.
Proprio così: cittadini del Paese che dalle nostre parti è sinonimo di contraffazione fanno causa a un’impresa occidentale perché avrebbe violato i diritti d’autore o contribuito a farlo. E che impresa: fondata da un guru così adorato in Cina che la sua biografia fake comparve nelle librerie il giorno dopo la sua morte (5 ottobre 2011), una settimana prima di quella ufficiale. Paradossi.

Loro si chiamano Zuòjiā wéiquán liánméng, lega dei diritti degli scrittori, e sostengono che gli Apple store mettano a disposizione applicazioni che consentono di scaricare illegalmente i libri. Avevano già fatto pervenire le proprie rimostranze al diretto interessato la scorsa estate, ma Apple li aveva ignorati. Così sono ricorsi alla Corte intermedia del popolo N.2 di Pechino, che ha accolto la loro causa. Chiedono rimborsi per 11,9 milioni di yuan (quasi un milione e mezzo di euro).

Alla Apple non commentano. La questione è sottile, perché la multinazionale impone agli sviluppatori di inserire negli “store” solo applicazioni in regola con il copyright. Ma con le stesse applicazioni vengono spesso offerti contenuti non in regola.
Bei Zhicheng, il portavoce del gruppo che rappresenta autori noti come il blogger-scrittore-rallysta Han Han, ha spiegato che “la legge cinese dice che finché ricevi parte del denaro, sei responsabile di controllare [gli articoli venduti nell'Apple store]”. E Apple guadagna il 30 per cento su ogni applicazione venduta. A questo punto, la “lega” vuole intentare anche una seconda causa rappresentando gli scrittori assenti dalla prima.

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fonte: Gabriele Battaglia - E-Il mensile online

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